Renzi esulta (grazie a Verdini): "Pagina storica, vince l'amore"

Senza i numeri del gruppo di Verdini, Renzi non avrebbe più la maggioranza politica. Ma esulta lo stesso: "Ha vinto la speranza contro la paura"

Renzi esulta (grazie a Verdini): "Pagina storica, vince l'amore"

"Ha vinto l'amore". Matteo Renzi esulta per il via libera del Senato al ddl Cirinnà sulle unioni civili. In realtà il premier avrebbe davvero poco di che gioire. Oggi la maggioranza che sostiene il suo governo si è fermata a quota 155. Voti che, comunque, da soli sarebbero bastati a votare la fiducia e approvare il ddl. Con l'aggiunta dei 18 verdiniani, i voti a favore del maxiemendamento salgono a 173. Il dato "politico" è che senza i numeri del gruppo di Denis Verdini non ci sarebbe la maggioranza politica, ovvero non raggiungerebbe quota 161, i voti necessari per avere la maggioranza assoluta al Senato.

In un turbinio di polemiche, Renzi ostenta serenità e sicurezza. "La giornata di oggi resterà nella cronaca di questa legislatura - scrive su Facebook - nella storia del nostro Paese". Ma il via libera al ddl Cirinnà si porta dietro un turbinio di polemiche. I voti di Verdini non indispongono solo il centrodestra, che chiede al premier un passaggio dal capo dello Stato Sergio Mattarella per certificare la nuova maggioranza, ma anche la minoranza dem che rifugge i voti di Verdini. "Abbiamo legato la permanenza in vita del governo a una battaglia per i diritti, mettendo la fiducia - si difende il premier - non era accaduto prima, non è stato facile adesso. Ma era giusto farlo". Poi continua: "Leggo critiche, accuse, insulti. Rispetto tutti e ciascuno, dal profondo del cuore. Ma quel che conta è che stasera tanti cittadini italiani si sentiranno meno soli, più comunità. Ha vinto la speranza contro la paura. Ha vinto il coraggio contro la discriminazione. Ha vinto l'amore". Insomma, Renzi non ha alcuna intenzione di salire al Quirinale e ammettere che senza i voti di Verdini la maggioranza non è più autosufficiente.

"Se come minaccia qualcuno - conclude il premier su Facebook - andrò a casa perché 'colpevole' di aver ampliato i diritti senza aver fatto male a nessuno, lo farò a testa alta. Perchè oggi l'Italia è un Paese più forte. Perché oggi siamo tutti più forti".

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