Renzi non chiederà le dimissioni dei sottosegretari indagati

Il premier dopo l'addio di Lupi blinda i suoi sottosegretari indagati: "Non devono dimettersi, sono garantista"

Renzi non chiederà le dimissioni dei sottosegretari indagati

Matteo Renzi salirà lunedì al Colle per una riflessione con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulla geografia del governo dopo le dimissioni di Maurizio Lupi. L’interim al ministero delle Infrastrutture, con il quale il premier dovrebbe uscire dal Quirinale, sarà breve ma per il tempo necessario per valutare sia la scelta del futuro ministro in un dicastero-chiave sia l’equilibrio complessivo della maggioranza. Quello che, però, al momento sembra chiaro è che Renzi vuole alla guida del ministero un politico che goda della sua totale stima ed esclude un super-rimpasto che arrivi anche a sostituire i sottosegretari indagati.

Il presidente del consiglio, tornato a Firenze dopo aver accolto a Ciampino le salme dei 4 italiani morti in Tunisia, si è preso il week end per capire come muoversi. Lupi, con il passo indietro, ha liberato una casella cruciale nel governo sia alla luce dell’imminente inaugurazione dell’Expo sia perchè da tempo, ben prima dell’inchiesta della Procura di Firenze, Renzi voleva riorganizzare il ministero delle Infrastrutture. Al tempo stesso il premier deve ritoccare la squadra di governo "compensando" Ncd per il "sacrificio" di Lupi, tendendo una mano ad Angelino Alfano, già alle prese con tensioni interne per l’accusa di subalternità al Pd. Un riequilibrio che però dovrebbe escludere un mega-rimpasto sostituendo anche i
sottosegretari Pd indagati per rispondere all’accusa della "doppia morale". Oggi sia dal Pd, minoranza inclusa, sia da Ncd si sottolineava come Lupi si sia dimesso per opportunità politica ma il governo, sostiene il capogruppo Roberto Speranza, deve essere "garantista fino al terzo grado di giudizio". Insomma Lupi ha dovuto mollare sotto le pressioni di Renzi, ma i suoi sosttosegretari a quanto pare resteranno a loro posto. "Ma non ci penso neppure, non confondiamo il diavolo e l'acqua santa" avrebbe detto il prmier nel primo pomeriggio parlando con alcuni collaboratori.

Dove "il diavolo" sarebbe la corruzione e tutto ciò che può contribuire a indebolire la lotta. E "l'acqua santa" è il principio inviolabile del garantismo. "Nessuno è colpevole perché è indagato. Le dimissioni di Lupi non sono legate a meccanismi giudiziari ma a criteri di opportunità politica".

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