Roma «Le aziende che scelgono di investire al Sud avranno per il 2017 la decontribuzione totale, come nel primo anno del Jobs Act». L'annuncio a sorpresa Matteo Renzi lo lancia da Caltanissetta, e ovviamente non è un caso.
Il premier sa che proprio nel Mezzogiorno, nonostante i primi timidi segnali di ripresa fotografati nei mesi scorsi dall'Istat dopo sette anni di trend negativo, il suo messaggio non passa. Sa che nel Sud il Sì alla riforma è assai meno popolare che nel Nord produttivo, che lì i timori di instabilità politica ed economica in caso di sconfitta del governo non fanno presa, mentre i messaggi anti-governativi del populismo grillino fanno proseliti. Il voto protestatario del Meridione è uno dei principali fattori di rischio, in vista dell'appuntamento cruciale del 4 dicembre prossimo. E dunque Renzi prova a scongelare a suo favore una parte di quell'elettorato: nelle scorse settimane ha deciso di tornare spesso nel Sud, e ha dedicato gli ultimi due giorni alla Sicilia. E proprio da lì (dove tra un anno si giocherà anche la partita per le Regionali, ad altissimo rischio per il Pd) ha lanciato l'annuncio.
La decontribuzione per chi assume, spiega, «è una misura importante» per rilanciare l'occupazione nelle regioni meridionali, perché «il Paese cresce a due velocità: c'è il Nord dove l'occupazione è tornata ai livelli pre-crisi, e il Sud invece ancora arranca. Ma se riusciamo a far ripartire il Sud - promette - saremo nelle condizioni di diventare la locomotiva d'Europa». Sul piatto, dice ancora, il governo è pronto a mettere 730 milioni di euro per il 2017: i 200 già previsti nella legge di Bilancio per le assunzioni di giovani, più 530 che arrivano dai fondi europei del Pon Spao, il Programma operativo nazionale riguardante i Sistemi di politiche attive per l'occupazione.
Mentre l'iniziativa del premier viene subito bollata come «mossa elettorale» dalle opposizioni, e apprezzata dalla Cisl che parla di «buona notizia» (ma chiede anche di estendere i benefici fiscali per chi assume anche agli anni successivi), il ministro del Lavoro Giuliano Poletti entra nel dettaglio: «Ridurre la disoccupazione giovanile, in particolare al Sud, è una priorità del governo», premette. «Per questo abbiamo deciso di utilizzare quelle risorse comunitarie per il finanziamento della decontribuzione totale fino a 8.060 Euro per dodici mesi per gli imprenditori delle regioni meridionali che nel 2017 assumeranno a tempo indeterminato o in apprendistato giovani tra i 15 ed i 24 anni e disoccupati con più di 24 anni privi di impiego da almeno sei mesi».
La promessa del premier sulla decontribuzione arriva proprio in coincidenza con i dati dell'Inps sull'andamento dei contratti di lavoro, che confermano i recenti trend di rallentamento delle assunzioni per il venire meno degli sgravi. Secondo l'Inps, nei primi nove mesi del 2016 si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni - nel settore privato - positivo per 522.000 unità, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+666.000) ma superiore a quello registrato nei primi nove mesi del 2014 (+378.000).
«Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) - si legge nel rapporto - a settembre 2016 risulta positivo e pari a +480.000, compresi i rapporti stagionali». Ma secondo l'agenzia Standard&Poor's non basta: «Il lento miglioramento del mercato del lavoro» non ha prodotto «significativi progressi sull'accelerazione della crescita».
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