Chi di tesi (copiata) ferisce, di tesi (copiata) perisce. Matteo Renzi si vendica (degli attacchi grillini contro l'ex ministro del suo governo Marianna Madia per la tesi copiata) contro il M5S sul caso del ministro della Scuola Lucia Azzolina: la titolare della Pubblica istruzione è accusata di aver riportato senza citare le fonti alcuni virgolettati nella relazione finale della scuola di specializzazione. L'ex premier affonda il colpo: «Solita doppia morale dei Cinque stelle».
Ma Renzi dimentica un punto fondamentale: lui non è il leader di un partito che sta all'opposizione ma guida una forza politica (Italia Viva) che sostiene il governo di cui fa parte anche il ministro Azzolina. E dunque, l'attacco, durissimo, del senatore di Scandicci provoca l'ennesimo scossone nella maggioranza giallorossa. Scosse che ormai sono all'ordine del giorno per governo Conte bis. La sete di vendetta è più forte della tenuta dell'esecutivo. Il leader di Italia Viva non trattiene la voglia di colpire gli alleati grillini su un tema caro: l'onestà. E dalla consueta e-news di inizio settimana infila il coltello nella piaga: «Il ministro della scuola, Lucia Azzolina, è stato accusato di plagio per aver citato senza virgolette alcuni testi nel suo lavoro finale alle Scuole di Specializzazione. Non so se questa accusa sia vera o falsa. E aggiungo che mi interessa molto di più capire che idee abbia il Paese sul futuro della scuola, non sul passato del ministro. C'è una cosa però che mi sembra molto ingiusta: la doppia morale».
Renzi si toglie il sassolino dalla scarpa anche contro il quotidiano diretto da Marco Travaglio, che cavalcò il caso Madia: «Molti deputati grillini e il quotidiano Il Fatto Quotidiano attaccarono pesantemente infatti Marianna Madia per una presunta accusa di plagio che una commissione ufficiale chiamata a verificare escluse ufficialmente. Per molto meno, insomma, alla Madia fu fatto un processo sui social, sui media, nei talk show. Oggi di Lucia Azzolina i grillini e il Fatto Quotidiano non parlano. Zitti, silenzio, imbarazzo. E nessuno che nei talk o nei commenti sottolinei come sia vergognoso questo atteggiamento».
È uno sfogo liberatorio che arriva fino a tirare in ballo le vecchie ruggini su Banca Etruria: «Niente di sorprendente, sia chiaro: si chiama doppia morale. L'abbiamo già vista sulle banche, sui processi, sui finanziamenti al Blog di Beppe Grillo. Ipocrisia, allo stato puro: tutti lo sanno, nessuno ha il coraggio di ammetterlo. E il fatto di essere ormai abituato all'ipocrisia senza fine di questa doppia morale non mi impedisce di mandare un grande abbraccio a Marianna per ciò che ha dovuto sopportare. Siamo in partiti diversi, lo so, ma il rispetto della verità è più importante dell'appartenenza politica».
I Cinque stelle incassano il colpo. La Lega cavalca la polemica e chiede al ministro di riferire in Aula.
Mentre dal Pd arriva una timida difesa di Azzolina: «Il mio consiglio al ministro è di chiarire, di andare fino in fondo e dire come stanno le cose: è la cosa migliore da fare», dice l'ex ministro dell'Istruzione ed esponente Pd Valeria Fedeli, ospite della trasmissione di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, e già finita a sua volta nel tritacarne politico-mediatico per i suoi titoli di studio. La Azzolina si dovrebbe dimettere? «Conterà, come sempre, il modo in cui lei farà il ministro» ribatte la Fedeli. Niente passo indietro. Ma l'affondo renziano fa salire la tensione nella maggioranza giallorossa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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