La ricetta Parisi per il lavoro: meritocrazia e più flessibilità

Il manager ha reclutato il giuslavorista Fava. Nel piano norme più chiare e nuovo ruolo dei sindacati

La ricetta Parisi per il lavoro: meritocrazia e più flessibilità

Pezzo dopo pezzo, mattone dopo mattone, Stefano Parisi continua la costruzione e l'assemblaggio del suo evento di metà settembre, la convention che dovrà rappresentare il vero battesimo della sua avventura politica e la prova del fuoco per giudicare la capacità di attrazione del suo progetto.

In queste ore l'ex direttore generale di Confindustria sta lavorando sui gruppi di lavoro che dovranno animare e riempire di contenuti l'appuntamento del 16 e 17 settembre. Particolare attenzione verrà riservata al tema fondamentale del lavoro sul quale sta lavorando l'esperto giuslavorista Gabriele Fava, dello Studio Fava & Associati, in contatto con l'ex candidato milanese da circa un anno.

Parisi e Fava stanno ragionando su proposte forti sulla contrattualistica, sullo sviluppo della competitività delle imprese, sulla riduzione del cuneo fiscale, con l'idea di ripensare il modello tradizionale delle relazioni sindacali. Meritocrazia e flessibilità sono parole che ricorrono nel modello che Parisi ha in mente. Il manager vuole cercare di mettere in campo messaggi chiari, proposte semplici e raggiungibili, dare certezze al mercato del lavoro, condizione necessaria per la ricerca della migliore efficienza e produttività e il raggiungimento della competitività. Parisi è consapevole che soltanto una vera riduzione del cuneo fiscale e del costo del lavoro può liberare risorse verso la produttività. In questo senso la critica al Jobs Act assumerà contorni chiari e diretti. Il motivo? Non si può spacciare come riforma strutturale qualcosa che provoca, grazie a una temporanea iniezione di fondi, effetti non duraturi. In questo modo forse si tampona un problema, ma si finisce solo per cucire tante pezze che non risolvono il problema. L'unico vero fil rouge è fare di tutto per rafforzare le imprese e favorirne la crescita.

L'altro aspetto ritenuto fondamentale per alimentare il fuoco della ripresa del mercato del lavoro è quello della certezza delle norme. Servono leggi scritte in maniera limpida, norme poco aggredibili dai ricorsi con il minor tasso di interpretazione giurisprudenziale possibile, per convincere le aziende a muoversi e rischiare, conferendo il necessario impulso all'apparato industriale italiano. Se Mister Chili continua a cucire la sua trama, la diffidenza da parte di una parte della dirigenza di Forza Italia resta intatta. In questo senso un banco di prova sarà sicuramente quello della partita referendaria. I riflettori sono puntati sull'approccio che Parisi terrà, più o meno soft. Sullo sfondo c'è sempre il rapporto con il governo e di conseguenza il tipo di opposizione alla maggioranza renziana. Ma anche la leadership del centrodestra tra voglia di primarie, assemblee costituenti e congressi.

In questo senso la presenza a Matera di Parisi l'8 e il 9 di settembre alla «Festa del no» al referendum costituzionale, promossa da Gaetano Quagliariello, leader di «Idea», per «spiegare ai cittadini come e perché il processo riformatore debba ripartire su basi totalmente opposte alla direzione unilaterale seguita dalla coppia Renzi-Boschi, che ha prodotto un testo di riforma pericolosa e pasticciata», sarà un termometro importante per giudicare l'approccio dell'uomo incaricato di disegnare il progetto di rilancio di Forza Italia.

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