«Le parole del presidente Mattarella tuonano. Sulla giustizia il capo dello Stato, con la forza che gli conferiva la rielezione, ha aperto una stagione di riforme cui nessuno può sottrarsi, e che devono essere realizzate immediatamente».
Cristina Rossello, deputato di Forza Italia, non usa giri di parole per descrivere la situazione nuova che il passaggio del giuramento di Mattarella ha aperto sul fronte della giustizia. «È la conferma che la battaglia che Forza Italia sta conducendo in Parlamento poggia su dati inoppugnabili. Siamo davanti a una totale delegittimazione del potere giudiziario al cospetto dei cittadini e anche dei tecnici del settore. Una crisi gravissima, con scandali che si sono ripetuti uno dopo l'altro, racconta l'esistenza di una questione morale dentro la magistratura e nel suo organo di autogoverno, il Csm. Le parole di Mattarella sono rivelatrici».
Ma il guaio non sono solo le correnti e i loro veleni. I dati raccontano di una giustizia barbara, che spedisce in carcere migliaia di innocenti e trascina i processi per tempi assurdi.
«Nonostante la predominanza di posizioni a forte filosofia repressiva, amiche di una giustizia sommaria, nel 2021 il Parlamento ha innovato sul fronte della giusta durata dei processi, della presunzione di innocenza, del carcere. Si tratta ora di andare avanti».
Quali sono i primi passi da fare?
«La riforma immediata del Csm è ineludibile. Il sorteggio dei suoi componenti aprirebbe la strada a eccezioni di incostituzionalità. Il sorteggio temperato proposto da Forza Italia è una soluzione ragionevole che attenuerebbe il peso delle correnti contrastando il regime di cooptazione e selezione delle candidature».
La consultazione interna all'Anm su questo tema ha dato risultati sorprendenti: il 41 per cento a favore del sorteggio.
«Evidentemente questa ipotesi apre prospettive positive anche ai tanti magistrati che ora si sentivano emarginati in quanto estranei alle correnti».
I referendum di Lega e radicali possono servire a sbloccare lo stallo?
«Non vorrei che all'indomani dei referendum si apra una interminabile stagione di nuove trattative. Sul tavolo le proposte di riforma ci sono già, sono quelle di Forza Italia, abbiamo tracciato la strada ed è su questa che si può convergere fin da subito. L'obiettivo non deve essere intestarsi la paternità delle riforme, l'obiettivo è farle».
Italia viva ormai è in pianta stabile nello schieramento garantista. E il Pd? Cosa fa il Pd?
«La mia speranza è che quanto sta venendo alla luce su come si gestisce in Italia la giustizia abbia aperto gli occhi anche a chi in questi anni ha difeso un sistema di cui vengono a galla le pecche gravissime: sia per la libertà dei singoli che per i vulnus alla vita democratica del paese. Fermo restando che per chi voleva vederli i sintomi c'erano tutti: e noi li segnalavamo da anni».
C'è una riforma sul tavolo che le sta particolarmente a cuore?
«Sì. È quella che riguarda la presenza delle donne nei ruoli più importanti della magistratura. Oggi il 53,8 per cento dei magistrati è donna, eppure nelle ultime tre tornate elettive per il Csm sono state elette in tutto otto magistrate.
D'altronde le intercettazioni del caso Palamara, il linguaggio inaccettabile su donne da piazzare o da escludere raccontano perfettamente il degrado. Eppure la nostra proposta sul riequilibrio di genere è ferma dal 2018».
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