Coronavirus

Riparte la corsa: operazione-fiducia e più chiamate "Ora recuperiamo"

La campagna riprende questo pomeriggio, due settimane per assorbire le 200mila dosi sospese Il timore di diffidenza. Abilitati 5mila farmacisti. Oggi il siero ai premier di Francia e Regno Unito

Riparte la corsa: operazione-fiducia e più chiamate "Ora recuperiamo"

E ora la campagna vaccinale ingrana la quinta. Si spera senza più indugi. Dopo la promozione di AstraZeneca da parte di Ema non c'è nemmeno un minuto da perdere. Anzi, bisogna recuperare le 200mila somministrazioni mancate e le migliaia di appuntamenti disdetti in questi giorni per tornare a regime con 600mila vaccinazioni quotidiane. «Ci vorranno un paio di settimane per riallinearsi alla tabella di marcia stabilita, non di più», assicurano dallo staff del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo. Come? La sfida principale è recuperare la fiducia della gente che, nonostante le rassicurazione delle autorità sanitarie, ha addosso una paura irrazionale difficile da scalfire.

Nei prossimi giorni nelle sedi vaccinali verrà chiamato un numero un po' più alto di persone rispetto al previsto, mettendo in conto che parte di queste non si presenteranno e andranno recuperate più avanti. Si utilizzerà il metodo dell'overbooking: cioè ogni giorno si convocheranno più persone rispetto alle dosi disponibili, dando per scontato il forfeit di una certa quota di candidati. Il «trucchetto» servirà comunque a dare un'accelerata e rientrare nei ranghi per raggiungere l'obiettivo dell'80 per cento dei vaccinati entro la fine di settembre.

Dopo queste giornate concitate, c'è parecchia confusione e fino a ieri pomeriggio parecchie regioni erano tentate di ripartire con le vaccinazioni di AstraZeneca da lunedì. In realtà si riparte da oggi pomeriggio, come da subito sono stati intenzionati a fare il Lazio e la Lombardia che hanno calcolato di poter recuperare il ritardo sulle vaccinazioni nel giro di una settimana. Ci vorrà un po' di più per ricalendarizzare tutti gli appuntamenti saltati. Chi comunque ha la vaccinazione fissata per oggi pomeriggio, si deve presentare regolarmente alla sede in cui è stato convocato.

A non voler perdere nemmeno mezza giornata è lo stesso premier Mario Draghi in una delle prime frasi pronunciate ieri dopo il verdetto Ema: «La somministrazione di AstraZeneca riparte immediatamente». In Francia addirittura l'utilizzo del vaccino scagionato è ricominciata qualche minuto dopo l'annuncio di Ema. E oggi a Parigi si immunizzerà con AstraZeneza il premier Jean Castex, così come il «collega» britannico Boris Johnson farà a Londra.

Oggi l'agenzia del farmaco Aifa, non appena il comitato per i farmaci ad uso umano dell'Ema rilascerà il proprio parere, procederà a revocare il divieto d'uso del vaccino AstraZeneca, «consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale a partire dalle ore 15 del pomeriggio». Per aumentare il ritmo delle vaccinazioni, scendono in campo anche i farmacisti (oltre 5mila quelli già abilitati) e i medici. Nella farmacie le dosi si potranno somministrare, anche se materialmente le iniezioni saranno fatte da medici, supportati da specifiche équipe.

Gli infermieri che lavorano in ospedale potranno vaccinare fuori dall'orario di lavoro, in cambio di un contributo economico. Anche i dentisti, in base a un accordo firmato poco prima dello stop di AstraZeneca, sono arruolati e potranno vaccinare nei loro studi o nei centri dedicati, in base a quello che deciderà ogni singola regione.

Nei prossimi giorni i medici saranno anche alle prese con l'effetto paura e con le segnalazioni dei pazienti che hanno ricevuto la prima dose dei lotti di AstraZeneca incriminati e ieri scagionati. A rinforzare il piano vaccini di Draghi ci sarà anche la produzione «in casa» delle fiale.

L'americana Catalent si occuperà di un pezzo della produzione del vaccino Janssen, il monodose di Johnson&Johnson, nello stabilimento di Anagni, nel Lazio.

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