Coronavirus

Risalgono le prime dosi: superato l'85%. "Grazie alle iniezioni siamo alla svolta"

Nuove somministrazioni in ripresa. Speranza: "Fase diversa". Ma 8 milioni ancora scoperti: fiducia nei 12-19enni, resistenze nei 50enni

Risalgono le prime dosi: superato l'85%. "Grazie alle iniezioni siamo alla svolta"

Superato l'80 % degli over 12 completamente protetti e l'85% della popolazione vaccinabile ha ricevuto la prima dose. Un risultato importante conferma come la maggioranza degli italiani sia favorevole alla profilassi. E dopo un periodo di stallo con l'avvicinarsi del giorno in cui scatterà l'obbligo di green pass per l'accesso al posto di lavoro, anche le prime dosi sembrano dare un lieve segnale di ripresa.

«Siamo ad un snodo, ci troviamo in una fase diversa soprattutto grazie alla campagna di vaccinazione. I numeri italiani devono darci grande soddisfazione e anche in queste ore ci sono tante prime dosi in corso», osserva il ministro della Salute, Roberto Speranza. Però ci sono poco più di 8 milioni di persone che ancora non hanno ricevuto neppure una dose.

È logico immaginare che nella fascia d'età tra i 12 ed i 19 anni si possa progredire ancora molto. Sono i più giovani e per loro la campagna è iniziata molto più tardi anche perché il vaccino per i minorenni è stato autorizzato più tardi. Legittimo ipotizzare che ci siano ancora resistenze che potranno essere abbattute con il lavoro dei medici e dei pediatri. Quindi su quel 1.376.992 di non vaccinati si potrà lavorare nel tempo e molto probabilmente quel numero è destinato progressivamente ad assottigliarsi.

Discorso molto diverso per le fasce d'età più alte. Per gli over 18 ed in particolare per gli over 50 il via libera alle vaccinazioni è stato dato oramai molti mesi fa. È lecito ipotizzare che quella quota di non vaccinati sia destinata a diminuire di poche unità perché è stato evidentemente raggiunto lo «zoccolo duro» rappresentato da chi non si vuole vaccinare. Non necessariamente no vax ma comunque estremamente diffidenti nei confronti del vaccino e molto spaventati.

Certo se si guarda ai dati della Lombardia si può fare una riflessione paragonando ad esempio le percentuali di Milano e Bergamo. Per le prime dosi Milano è ad una copertura dell'84,19 e Bergamo all'88,1. Per le seconde dosi ovvero la copertura totale Milano è al 75,75 mentre Bergamo sfiora l'80%, ovvero il traguardo al momento fissato dal governo. Non stupisce la maggiore e più veloce adesione della provincia più colpita dalla pandemia.

In vista del ritorno al lavoro in presenza il commissario all'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, sta andando a caccia della popolazione attiva. Tra i 30 ed i 39 anni sono ancora 1.310.073 i cittadini completamente scoperti con situazioni molto diverse tra le regioni. In numeri assoluti in Lombardia sono 187.320; nel Lazio poco più di 100mila; 164mila in Campania; 158mila in Sicilia. A destare ancor più preoccupazione, visto che il rischio di aggravamento per il Covid è legato anche all'età, è il 1.636mila tra i 40 ed i 49 anni e 1.382mila tra i 50 ed i 59: attivi e scoperti.

Una piccola percentuale di non vaccinati è presente anche tra i medici. Al momento sono 1.264 i camici bianchi sospesi per non essersi ancora vaccinati contro Covid-19. «Dall'inizio le sospensioni sono state 1.

636, delle quali 372 poi revocate per l'avvenuta vaccinazione», spiega la Federazione nazionale Ordini dei medici (Fnomceo), precisando che sono 62 su 106 gli Ordini che hanno comunicato almeno una sospensione.

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