Rispunta il "Saldo e stralcio" Così Di Maio salva suo papà

Il M5s non voleva sconti fiscali ma ha cambiato idea: il padre del capo ha 33 cartelle esattoriali sul groppone

Rispunta il "Saldo e stralcio" Così Di Maio salva  suo papà

Una norma ad personam, anzi ad patrem. È quello che rischia di diventare il «saldo e stralcio» rientrato all'improvviso nel maxiemendamento dopo che era stato precedentemente stralciato, anche perché ai pentastellati non sono mai piaciute troppo le norme come questa che consentono di fare pace con il fisco. Evidentemente nel Movimento dell'«uno vale uno» qualcuno è più «uguale» degli altri e, in particolare Luigi Di Maio che proprio con il «saldo e stralcio» potrebbe correre in soccorso dell'augusto genitore Antonio.

Ma andiamo con ordine. La norma, contenuta nei commi da 101-bis a 101-sedecies del maximendamento, consente la definizione agevolata dei carichi tributari per i contribuenti in situazione di difficoltà economica. In particolare, vengono definite tre aliquote agevolate per la chiusura delle pendenze a seconda dell'Isee (indicatore della situazione economica equivalente). Nell'ordine: il 16% se l'Isee è inferiore a 8.500 euro, 20% se si colloca tra 8.500 e 12.500 euro e 35% per l'Isee superiore a 12.500 euro e fino a 20mila euro. Se l'Agenzia delle entrate riconosce la situazione di difficoltà del debitore, egli può saldare in un'unica soluzione entro il 30 novembre 2019 o in cinque rate di importi differenti fino a luglio 2021. L'agevolazione si applica anche ai contribuenti che, in precedenza, avevano scelto la rottamazione delle cartelle ma sono rimasti in arretrato con il pagamento delle rate.

Il pensiero corre proprio ad Antonio Di Maio, padre del vicepresidente del Consiglio, Luigi. Dal 2001 al 2011 gli sono state notificate ben 33 cartelle esattoriali: tra debiti previdenziali, contributivi o tributi non pagati, il piccolo imprenditore edile avrebbe dovuto versare alla Riscossione 176.724,59 euro (134.226 euro più interessi). Di Maio senior ha aderito alla rottamazione bis, ma risulta non aver versato le rate di luglio, settembre e ottobre 2018 il cui saldo doveva essere effettuato entro il 7 dicembre scorso per accedere ai benefici della rottamazione ter contenuta nel dl fiscale.

Per Di Maio senior potrebbero, quindi, aprirsi le porte del saldo e stralcio. Come pubblicato su Internet dal ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Antonio Di Maio nel 2017 ha dichiarato un imponibile di 88 euro. È vero che risulta comproprietario di alcuni terreni nel comuni di Mariglianella, in provincia di Napoli, ma i fabbricati che vi sono edificati risulterebbero abusivi e di questi uno è una masseria diroccata che dunque non dà reddito. Altresì molto basso è il valore catastale dei terreni stessi che non sono edificabili. È quindi molto probabile che il papà del vicepremier possa rientrare nella fattispecie del «saldo e stralcio». Ipotizzando che per la precedente rottamazione abbia versato almeno la prima rata stimabile in circa 26.800 euro, resterebbero 150mila euro circa da saldare al fisco. A seconda dell'Isee di Di Maio senior la partita si potrebbe chiudere, ove le Entrate dessero l'ok, con una cifra compresa tra i 24mila e i 52mila euro con un risparmio variabile (compreso quanto già versato) tra 98mila e i 125mila euro. Non sarebbe nemmeno necessario versare in un'unica soluzione: con l'ok della riscossione sarebbe sufficiente pagare il 35% entro il 30 novembre, il 20% entro marzo 2020 e poi il 45% restante in tre rate di pari importo da versare a luglio e novembre 2020 e marzo 2021.

Non si può fare il medesimo ragionamento per Vittorio Di Battista, papà del pasdaran

Alessandro e contitolare della ditta che commercializza sanitari DiBi Tec srl che ha debiti di 195mila euro per la tassa sui rifiuti e altri 60mila euro di debiti tributari. I redditi di Di Battista sr, però, non sono noti.

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