Ritrova l'unità e ora detta la linea. L'Unione europea "convince" Trump: "Nessun accordo senza l'Ucraina"

La telefonata tra i leader alla vigilia del summit: "Il tycoon è d'accordo con noi"

Ritrova l'unità e ora detta la linea. L'Unione europea  "convince" Trump: "Nessun accordo senza l'Ucraina"
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Gonfia i muscoli, alza la voce, detta la linea e ritrova, almeno per una volta, un'insolita unità. Ci voleva una guerra lunga tre anni e mezzo ma soprattutto un processo di pace a ostacoli che rischia di lasciare il vecchio Continente con il cerino in mano per risvegliare orgoglio e volontà comune dell'Europa. Alla viglia del bilaterale Trump-Putin, i leader europei, insieme a quello della Nato Rutte, hanno spalleggiato Zelensky e fatto capire al presidente americano che il vero nemico è lo Zar, ponendo le condizioni per un dialogo fruttuoso che eviti la resa dell'Ucraina alla Russia.

Il gran cerimoniere dell'incontro e del vertice telefonico, che si è svolto in condizioni di massima sicurezza e segretezza per evitare intercettazioni e possibili fughe di notizie, è stato il cancelliere tedesco Merz. Che non ha fatto solo il padrone di casa ma ha anche voluto ribadire il ruolo chiave della Germania come spalla di Kiev, per i negoziati e non solo. "Serve un cessate il fuoco, poi potrà essere tracciato un accordo quadro. C'è speranza che qualcosa si stia muovendo", ammette Merz, ribadendo che "i confini non devono essere modificati con la forza" e che i partner europei sono intenzionati a fornire "solide garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Abbiamo chiarito a Trump che l'Ucraina deve sedere al tavolo dei negoziati e la sicurezza del Paese deve essere garantita". E poi attacca: "Il principio che i confini non devono essere modificati con la forza deve essere preservato". Una speranza che qualcosa si muova significa che l'unità europea ha in qualche modo spinto Trump a non muoversi per conto suo. "Abbiamo avuto un colloquio positivo con il presidente americano. L'Europa, gli Stati Uniti e la Nato hanno rafforzato il terreno comune per l'Ucraina: resteremo in stretto coordinamento, nessuno più di noi vuole la pace, una pace giusta e duratura", ha confermato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Una conferma arriva anche dal leader francese Emmanuel Macron secondo cui "Trump vuole ottenere il cessate il fuoco con Putin. Ha detto che qualsiasi scambio di territorio deve essere negoziato dall'Ucraina", spiega per poi attaccare: "La coalizione dei volonterosi è pronta svolgere un ruolo attivo", riferendosi all'invio di soldati in funzione di peacekeeper, senza escludere nuove pesanti sanzioni a Mosca e aprendo all'ingresso di Kiev nella Nato.

Anche il premier britannico Keir Starmer non ha dubbi nel confermare un "sostegno incrollabile" all'Ucraina, ribadendo che "i confini internazionali non devono essere modificati con la forza e l'Ucraina deve avere garanzie di sicurezza solide e credibili per difendere la sua integrità territoriale come parte di qualsiasi accordo". Anche Papa Leone XIV ha elogiato i tentativi di dialogo e ha lanciato l'ennesimo monito: "Io sto sempre cercando il cessate il fuoco. Bisogna farla finita con la violenza e con tanti morti. Vediamo come possono mettersi d'accordo, perché dopo tanto tempo la guerra non sta portando a nulla", ha detto il Pontefice. E un'apertura di credito al vertice di domani, arriva anche dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa: "Il presidente Trump ha condiviso con noi tre obiettivi molto importanti: prima di tutto il cessate il fuoco, poi che nessuno oltre all'Ucraina può negoziare ciò che riguarda l'Ucraina, e terzo elemento la disponibilità degli Stati Uniti di condividere con l'Europa gli sforzi per rafforzare le condizioni di sicurezza quando avremo ottenuto una pace duratura e giusta", nodo chiave del post conflitto. "Ottima telefonata", il commento del segretario generale della Nato Mark Rutte che elogia il coordinamento occidentale nel voler raggiungere la pace e lancia un messaggio chiaro: "Ora la palla passa a Putin".

Già perché un Occidente, Trump incluso ovviamente, che marcia compatto e con un obiettivo comune, è probabilmente il solo modo per costringere Putin ad abbassare le sue pretese e a chiudere una guerra che ha voluto, iniziato e continuato così a lungo. E che adesso, in un modo o nell'altro, deve finire.

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