Roma - A Giubileo appena iniziato e con una metropolitana come quella di Roma in cui i guasti sono all'ordine del giorno, la Fiom-Cgil ha tenuto sotto scacco la città per mezza giornata proclamando uno sciopero di una settimana di tutti i lavoratori che si occupano della manutenzione e della riparazione dei treni. Un'astensione proclamata con modalità e tempistiche tali da apparire come un vero e proprio ricatto, considerando i seri problemi che rischiava di creare alla viabilità capitolina. Quando c'è un problema ai convogli è il personale della Caf che interviene per risolverlo. Ma ieri i circa 50 tecnici specializzati della società hanno indetto uno sciopero revocato solo in serata (come ha confermato la Fiom in un tweet) dopo che il prefetto Gabrielli ha convocato i sindacati per la mattina di domani. Un tentativo di incrociare le braccia proprio in apertura di Anno Santo che avrebbe potuto mettere a rischio il regolare servizio della metropolitana e compromettere l'immagine della capitale.
L'Atac aveva comunque annunciato che sarebbero state adottate tutte le iniziative utili a limitare i disagi e il garante Roberto Alesse aveva già dichiarato illegittimo lo sciopero. Lo stesso prefetto Gabrielli in mattinata aveva già chiesto il commissariamento del trasporto pubblico capitolino ed era arrivato a un ultimatum: «Siamo pronti a precettare». Ma non è stato necessario, perchè in serata il sindacato ha fatto un passo indietro accompagnandolo sempre su twitter con l'hastag #sensodiresponsabilità. Tutto è partito dalla decisione dell'Atac di cominciare ad affidare alle maestranze interne l'attività di manutenzione finora svolte dai lavoratori Caf. Un cambio di passo per risparmiare 5 milioni di euro l'anno, ma che ha costretto l'azienda ad aprire una procedura di licenziamento collettivo. Per la Fiom lo sciopero era inevitabile. Ed evidentemente studiato per amplificarne l'eco. «Una decisione drammatica - ha ammesso il sindacato - che metterà a rischio la tenuta della metropolitana, dal momento che le attività di riparazione e manutenzione saranno sospese proprio in un momento particolarmente delicato, considerata l'apertura del Giubileo».
Tra le violazioni di legge evidenziate dal garante nel documento di proclamazione, c'è infatti anche il mancato rispetto della franchigia giubilare e dei termini di preavviso. È proprio sulla concomitanza con l'avvio dell'Anno Santo che faceva invece leva lo sciopero, come sottolineavano gli stessi lavoratori in una lettera aperta ai cittadini: «Ci dispiace aver dovuto prendere una decisione così grave e dalle imprevedibili conseguenze sulla tenuta del trasporto pubblico specialmente in una fase così importante per la nostra città come quella del Giubileo appena aperto, ma siamo disperati».Ieri è continuato l'afflusso, anche se più contenuto, dei fedeli in piazza San Pietro, prima per l'udienza generale, poi per accedere alla Porta Santa. In attesa dell'apertura delle prossime due Porte, domenica prossima, a San Giovanni e a San Paolo fuori le Mura. Le misure di sicurezza rimangono eccezionali e tali saranno per tutto l'anno giubilare.
«Non abbasseremo la tensione neppure per un giorno», assicura il prefetto, infastidito dalle polemiche sull'eccessivo spiegamento di forze dell'ordine: «Questo è il Paese dei professori del giorno dopo, solo che chi porta la responsabilità di garantire la sicurezza ha l'enorme svantaggio di dover decidere il giorno prima». Anche per il premier Renzi quella sui troppi poliziotti è una «polemica da ridere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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