Roma prigioniera: Marino pronto a ritirare le dimissioni

Marino è pronto a ritirare le dimissioni. Orfini: "Gli opportunisti non ci fermano". Lo scontro nel Pd sulla pelle dei romani

Roma prigioniera: Marino pronto a ritirare le dimissioni

La Capitale prigioniera di un marziano. Ignazio Marino non molla: è pronto alla resa dei conti con Matteo Renzi e quel Partito democratico che gli ha voltato le spalle. E, in questo folle braccio di ferro, a farne le spese sono inevitabilmente Roma e i romani che si trovano stritolati da un sindaco che, nonostante gli scandali, le gaffe e l'incapacità politica, si è ancorato alla poltrona.

"L'Aula non è ancora stata convocata, ma credo siano le ultime ore per le decisioni. Se poi il sindaco ritira le dimissioni, i tempi tecnici non mancheranno". Il vicepresidente dell’Assemblea Capitolina, Gemma Azuni (Sel), non si sbilancia. E a chi le chiede se i consiglieri dem saranno compatti a votare la sfiducia a Marino risponde sibillina: "Anche questo è da vedersi...". D'altra parte in Aula Giulio Cesare i numeri potrebbero anche essere favorevoli al sindaco. Dalla sua ha sicuramente i voti degli uomini di Nichi Vendola. "Secondo me il sindaco Marino farebbe bene a ritirare le dimissioni, non si può uscire così, senza aver minimamente interessato l’Aula - spiega la Azuni - la maggioranza è composta da tre gruppi consiliari che non sono stati mai sentiti". Contro di lui, invece, ci sono tutti i partiti di opposizione. Marcello De Vito, possibile candidato pentastellato in caso di elezioni, invita i consiglieri dem a "staccare la spina a Marino" votando la sfiducia con il Movimento 5 Stelle.

Il Pd sta nel mezzo. C'è chi vuole mandare a casa il sindaco-chirurgo e chi vuole prolungare l'agonia alla Capitale. Dal Nazareno il messaggio, però, è sin troppo chiaro. "Il processo di rinnovamento e ricostruzione del Pd romano non si fermerà per mano di strumentali opportunisti - tuona Matteo Orfini - in questi mesi tanti ne abbiamo combattuti insieme, e insieme continueremo a cambiare il Pd Roma".

Ma l’assessore al Patrimonio Alessandra Cattoi, una delle più vicine al sindaco, non solo difende la retromarcia e accusa proprio Renzi e il suo entourage: "Da alcuni giorni è stato tentato un dialogo molto complicato con i vertici del Pd, ma non essendoci altre vie di confronto aperte, l’unica che rimane è quella istituzionale di ritirare le dimissioni".

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