Da Romani a Gasparri la rosa di Forza Italia per la guida del Senato

Accordo nella coalizione: palazzo Madama a Fi e il leghista Fedriga candidato in Friuli

Da Romani a Gasparri la rosa di Forza Italia per la guida del Senato

Presidenza del Senato al centrodestra, cioè a Forza Italia e guida della Camera ai Cinque stelle. Questa è la sintesi dell'accordo raggiunto dai leader del centrodestra (Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni) nell'incontro di ieri pomeriggio a palazzo Grazioli. La proposta agli altri gruppi parlamentari è «un comune percorso istituzionale» che riconosca inoltre un vicepresidente a ogni formazione che non esprima un presidente. Nel comunicato finale emesso al termine della riunione i leader del centrodestra hanno invitato i rappresentanti delle altre forze politiche a un incontro congiunto da svolgersi oggi. Proposta immediatamente rifiutata dal segretario reggente del Pd, Maurizio Martina, che non intende avallare nessuna intesa. I capigruppo in pectore M5s, Giulia Grillo e Danilo Toninelli, hanno accolto l'apertura, ma hanno ribadito l'intenzione di non votare «persone indagate o sotto processo».

La conferma di questa presa di posizione parrebbe sbarrare la strada a Paolo Romani che Forza Italia, con l'accordo degli alleati, intende votare come seconda carica dello Stato. L'intesa raggiunta a Palazzo Grazioli, oltre al nome indicato dagli azzurri, prevede collaborazione stretta quando il mandato di formare il governo sarà affidato a Matteo Salvini nonché luce verde alla candidatura del Massimiliano Fedriga a governatore del Friuli Venezia Giulia, benedetto su Twitter dallo stesso segretario. A Forza Italia, invece, dovrebbe andare il candidato in Piemonte l'anno prossimo.

«Per quanto riguarda il governo si parte dal centrodestra che ha vinto le elezioni», ha detto Matteo Salvini dopo un breve incontro con il gruppo leghista al Senato precisando che «abbiamo sancito un principio che offriamo a tutte le forze politiche, ciò è quanto di più democratico potessimo proporre in rappresentanza del voto degli italiani». Interpellato sull'ok alla candidatura di Romani, il segretario del Carroccio ha auspicato «che tutti accettino» in quanto «ognuno dei partiti avrà una funzione tra presidenze e vice presidenze». Il leader leghista ha però osservato che «devono esserci nomi e cognomi condivisi da tutti, penso che ogni partito possa avere nomi e cognomi condivisi da tutti».

Una sottolineatura che sembra lasciare aperta la porta allo sbarramento pentastellato nei confronti di Romani. «Il nostro candidato è Paolo» è il messaggio che Silvio Berlusconi ha trasmesso. Non è da escludere, tuttavia, che si possa affiancare anche una rosa di candidati alternativi (Annamaria Bernini, Maurizio Gasparri ed Elisabetta Alberti Casellati i nomi l'elenco).

In ogni caso, ieri Salvini non si è risparmiato su nessun fronte e ha anche incontrato l'ambasciatore Usa in Italia Lewis Eisenberg. «Abbiamo spiegato cosa faremo una volta al governo, che tipo di rapporti internazionali, che tipo di politiche fiscali e migratorie porteremo avanti», ha dichiarato evidenziando l'assoluta sovrapponibilità del trumpiano Make America great again e del Prima gli italiani di Salvini. «Gli Usa guardano con fiducia all'Italia», ha ottimisticamente chiosato.

Scettico il fondatore del Carroccio, Umberto Bossi, ritornato Senatùr perché eletto a Palazzo Madama.

«Il presidente della Repubblica farà un suo governo, sarà un governo del Presidente», ha dichiarato ieri rimarcando che «la legislatura finirà prima, non durerà cinque anni». Viste le divergenze, le perplessità e i vari veti incrociati Bossi potrebbe non essersi allontanato dalla realtà.

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