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Rosato: "Separazione tra Renzi e il Pd? Si decide alla Leopolda"

Ettore Rosato, fedelissimo di Matteo Renzi e padre dell'attuale legge elettorale, apre alla scissione dal Pd della minoranza renziana: "Sarà una separazione consensuale". E Scalfarotto conferma: "Per noi difficile restare"

Rosato: "Separazione tra Renzi e il Pd? Si decide alla Leopolda"

Se due indizi fanno una prova, per la scissione dal Pd della minoranza renziana è solo questione di tempo. A essere precisi, poco più di un mese. Quanto manca alla nuova edizione della Leopolda, la kermesse fiorentina di Matteo Renzi dove, secondo il renzianissimo Ettore Rosato, si deciderà il futuro del senatore di Firenze e dei suoi fedelissimi. "Scissione? La chiamerei eventualmente separazione consensuale, come in quelle coppie che le hanno provate tutte per stare insieme ma proprio non ce la fanno". Intervistato da Repubblica, il padre del Rosatellum mette l'ennesimo mattoncino sulle indiscrezioni che vedono Renzi pronto a lanciare il suo movimento politico. "Decideremo alla Leopolda. Io penso sia naturale fare una riflessione sia per motivi politici che personali. Politici perché dopo l'accordo con i 5Stelle è cambiato tutto. Personali - continua Rosato - perché Renzi non può essere sempre accusato di tutto e con lui chi ha lavorato per tirare fuori il paese dalla crisi".

A convincere Renzi e i suoi anche l'imminente ritorno nel Pd dei bersaniani. "È questione di settimane - chiosa Rosato - e nel Pd torneranno D'Alema e gli amici di Leu. Erano già candidati nelle nostre liste alle europee. Giusto che Renzi e tutti noi ci pensiamo seriamente. Noi - ironizza il vicepresidente della Camera - non siamo il partito che canta Bandiera rossa al comizio conclusivo del segretario. Legittimo, ci mancherebbe altro, ma per quello meglio chiamare Speranza e D'Alema e non noi". Rosato parla poi del "boccone amaro" rappresentato dall'alleanza Pd-5 Stelle e dei "cinque anni di fuoco amico" che costringono Renzi a "farsi da parte: non credo che si possa definirlo malumore ma ragionamento politico". E sulla possibile alleanza con il partito di Calenda e Richetti aggiunge: "Non credo, ma peccato. Calenda sembra ossessionato da Renzi. Se si guardano le dichiarazioni di Calenda dell'ultimo mese - conclude Rosato - si vede che attacca più lui che Salvini".

Parole che confermano l'addio imminente di Renzi al Pd, rese ancora più chiare da quelle - raccolte dal Corriere della Sera - di un altro renziano doc come Ivan Scalfarotto: "È difficile restare se tornano i D'Alema e i Bersani. "Forse una separazione consensuale potrebbe aiutare a evitare le liti di condominio. Non è stata ancora fissata una data, vediamo anche che cosa succederà alla Leopolda. Però sì, direi che a questo punto il progetto è in un certo stato di avanzamento". Prima di Rosato e Scalfarotto, anche l'ex ministro Maria Elena Boschi aveva ammesso: "Si parla di un rientro di Bersani e D'Alema. In quel caso, credo sia giusto discuterne tra di noi e con il segretario Zingaretti".

Ma ormai è solo questione di tempo: poco più di un mese e Renzi andrà per conto suo, formando il suo gruppo parlamentare autonomo alla Camera e facendo concorrenza al Pd.

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