È un'invasione che non si ferma. Anzi, in Italia nel 2016 si è registrato il numero più alto di sempre di immigrati approdati sulle nostre coste. E ora anche l'Europa certifica che il Belpaese è il fronte più caldo per l'immigrazione, con 181mila persone sbarcate nell'ultimo anno nel Mediterraneo centrale, un record. Mentre calano, e di parecchio, gli arrivi in Grecia, dove c'è stato un crollo del 79 per cento. Con i 182.500 arrivi lungo il litorale ellenico, il numero totale dei migranti in arrivo in Europa attraverso il Mediterranei si attesta quindi intorno a 364mila, in calo dunque di quasi due terzi rispetto al 2015.
Sono i dati di Frontex, l'agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, a certificare lo straordinario numero di migranti giunti in Italia, rimasta quest'ultima il vero avamposto dell'emergenza immigrazione. Con gli sbarchi aumenta purtroppo anche il numero dei morti. Secondo i dati diffusi dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni, sono stati circa 6200 i migranti che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'Europa, la situazione peggiore mai registrata: 5079 nel Mediterraneo (mentre in tutto il 2015 i decessi erano stati 3777) e 1124 prima ancora di raggiungere le coste africane e passare da un trafficante di uomini a un altro. Il rapporto tra sbarchi e morti, secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, è triplicato, passando da uno a 269 a uno ogni 88.
Se l'arrivo dei barconi carichi di disperati in Grecia è diminuito in maniera considerevole, fa notare Frontex, questo è dovuto in buona parte alla «chiusura» della rotta balcanica e all'accordo Ue-Turchia, entrato in vigore a marzo, in base al quale il paese del Bosforo ottiene sei miliardi dall'Europa per impedire con controlli strettissimi ai migranti, principalmente afghani, iracheni e siriani, di salpare per le isole greche. In Italia, invece, gli arrivi sono in aumento, con una pressione migratoria fortissima del continente africano, soprattutto dall'Africa occidentale, dove dal 2010, si sono decuplicate le partenze via mare per il nostro Paese. A tentare i viaggi della speranza sono soprattutto gli abitanti della Nigeria (la quota di migranti più elevata), seguiti da quelli dell'Eritrea, della Guinea, della Costa d'Avorio e del Gambia. In totale nel 2016 sono stati stimati 503.700 intercettazioni di attraversamenti illegali alle frontiere esterne della Ue.
Il lavoro sporco, dunque, lo fa per lo più l'Italia. L'Europa ringrazia e approva il lavoro che stiamo facendo per affrontare l'emergenza che pesa sulle nostre spalle. La commissione europea, in particolare, condivide la decisione del governo Gentiloni di aprire nuovi centri dedicati ai rimpatri dei migranti irregolari, piccoli Cie in ogni regione. «Visto il continuo alto numero di migranti in arrivo in Italia - ha detto la portavoce del commissario agli Affari interni e all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos - è importante accelerare le procedure per le richieste di asilo e aumentare i rimpatri di quelli che non hanno diritto alla protezione internazionale».
La direttiva rimpatri, del resto, prevede per gli stati l'obbligo di decidere tutte le misure necessarie per assicurare gli effettivi rimpatri di chi non ha diritto di rimanere nella Ue, se necessario comprendendo una fase di detenzione preventiva al rimpatrio.
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