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Per il sacco di Roma l'Olanda si scusa «Ma non paghiamo»

L'ambasciatore in Italia, il Feyenoord, il sindaco di Rotterdam esprimono «orrore». Però: «Cosa c'entriamo noi con quello che combinano gli ultrà?»

Hanno proprio rotto. Rotto parecchio. Ubriachi fradici e violenti i nuovi barbari tifosi del Feyenoord se la ridono dopo aver attuato il nuovo sacco di Roma sotto gli occhi attoniti di centinaia di turisti e di cittadini inermi. La compassata Olanda, predicatrice dell'ordine e della pulizia, sempre in prima fila quando si tratta di bacchettare i disordinati d'Europa, che poi saremmo noi italiani, ci regala per l'occasione il più odioso dei comportamenti. Se ne frega. Se ne frega di quanto hanno fatto i suoi «emeriti» concittadini nella nostra capitale e tace. Distilla solo qualche commento striminzito di vicinanza e di solidarietà all'Italia per quanto è accaduto nella città eterna, ma non paga. Non scuce nemmeno un tulipano o un mulino a vento o uno dei suoi ridicoli zoccoli per risarcirci dei danni materiali e morali che abbiamo subito. Ma qualcuno deve pagare. Dovrà pagare. A maggior ragione dopo che è stata respinta al mittente la proposta del sindaco Ignazio Marino che aveva chiesto all'ambasciatore olandese di intervenire per il pagamento dei danni. «Macché - ha risposto bellamente l'ambasciatore - il governo olandese non può certo pagare il nuovo restauro della Barcaccia». Simpatico, no? In compenso il sindaco di Rotterdam, Aboutaleb, dichiara che «la città di Rotterdam ha accolto con orrore la notizia del comportamento riprovevole di una parte dei tifosi del Feyenoord. Naturalmente siamo disposti a offrire la nostra collaborazione per rintracciare individui che abbiano commesso illeciti». Offre la collaborazione, ma non paga. E il primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, olandese, chiede «la linea dura contro le azioni di chi si definisce tifoso del Feyenoord, segno della barbarie e della maleducazione: Roma è la mia seconda casa da anni. I miei pensieri vanno agli agenti feriti e agli abitanti di Roma. Questo comportamento non ha posto nel calcio». Nobili riflessioni. Ma non paga, nemmeno lui.

E il dg del Feyenoord, Eric Gudde, sentite come tuona: «Sia chiaro: ciò che è accaduto a Roma è assolutamente riprovevole. Quando si va in una città si dovrebbe lasciare tutto come lo si è trovato. Come cittadino olandese e amante del calcio, ho lasciato l'Italia con un grande senso di vergogna». Allora paga? No se ne guarda bene, anche lui. Eppure da pagare ci sarebbe visto che il Codacons è pronto a presentare alla Procura un esposto chiedendo un risarcimento di 2,8 miliardi di euro all'Olanda. Eppure nel corso dei sopralluoghi e le verifiche alla Barcaccia, peraltro, lo ricordiamo, appena restaurata, sono stati trovati altri danni in aggiunta a quelli già accertati al candelabro: ci sono scalfitture e scheggiature in diversi punti. «Sono 110 le scheggiature» ha voluto precisare amaramente l'assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli.

«Avant'ieri avevamo già rilevato alcune scheggiature, in particolare un frammento di travertino di 10 centimetri appartenente all'orlo del candelabro centrale della vasca - ha aggiunto Claudio Parisi Presicce, il sovrintendente ai Beni Culturali di Roma - ma i vandalismi hanno causato molti più danni di quanti fossero visibili ad occhio nudo. Un danno rilevante dal momento che quando un'opera come questo viene danneggiata non tornerà più come prima». E invece un capolavoro va difeso. Sempre.

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