Roma - Nell'era del web «pigliatutto», vince ancora la tv. Il rapporto sul consumo di informazione dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni rivela come, per informarsi in campagna elettorale (e pure quando le urne sono lontane), gli italiani prediligono ancora la tv.
Insomma, contano più Bruno Vespa e Barbara D'Urso per orientare gli elettori rispetto a siti web, social network, motori di ricerca e influencer veri o sedicenti. Il piccolo schermo, insomma, la fa ancora da padrone. Come prevedibile, anche nei confronti della carta stampata, ridotta a una nicchia, ma almeno ammantata ancora di un'aura di attendibilità che il web, per esempio, non può vantare.
Ma andiamo con ordine. L'Authority ha scavato nelle abitudini da consumatore di informazioni degli italiani, basandosi su un'indagine compiuta nel 2017 su un campione di 17mila persone. Scoprendo, tra l'altro, che c'è un cinque per cento della popolazione - ossia milioni di italiani, - che, semplicemente, non si informa. L'altro lato della medaglia è che invece il restante 95 per cento si interessa al mondo che lo circonda, e l'80 per cento, addirittura, «accede all'informazione regolarmente, tutti i giorni».
Il problema, appunto, è come accede. A sorpresa, non è il web la scelta di elezione, ma la «vecchia» tv. Utilizzata «tutti i giorni» per informarsi dal 68,8 per cento degli italiani. Che invece vanno su internet a cercare notizie in misura minore (41,8), mentre radio e carta stampata chiudono al terzo e quarto posto, risultando la fonte primaria di informazione quotidiana rispettivamente per il 24,6 e 17,3 per cento. E la tv resta in testa anche come «principale mezzo d'informazione» (la definisce così il 48,2 per cento del campione), seguito dal web (fonte primaria per un italiano su quattro) e dai quotidiani, che col 17,1 per cento la spuntano sulla radio (8,4 per cento).
Interessante, quanto al web, dove gli italiani vadano a cercare le notizie. Non tanto sui siti dei media tradizionali (i quotidiani online hanno la stessa percentuale della carta stampata, ricevendo la visita del 17,1 per cento di quanti si informano su internet), ma soprattutto su motori di ricerca, social network e portali. Ossia fonti «algoritmiche», che però non riscuotono del tutto la fiducia degli stessi fruitori. I social network, per esempio, sono ritenuti affidabili da meno di un quarto di chi li spulcia alla ricerca di notizie. L'unica differenza specifica tra la «dieta informativa» dell'italiano sotto elezioni rispetto al resto dell'anno è che, quando si avvicinano le urne, ci si informa in modo «meno ampio e articolato», osserva l'Agcom, che rimarca come «emerga una relazione di fiducia tra cittadini e fonti di informazione» già scelte come primarie per le notizie.
E anche qui, appunto, prevale la televisione, utilizzata come fonte per informarsi sulla politica da oltre metà della popolazione, seguita da motori di ricerca e social al secondo posto (27,8 per cento) e dai quotidiani, che si assicurano un posto sul podio piazzandosi terzi con il 24,1 per cento. Tutto sommato, in vista del 4 marzo, ai politici conviene continuare a sgomitare per un invito a Porta a Porta o per una comparsata dalla D'Urso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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