Non è la prima volta che Matteo Salvini si scaglia contro l'importazione di cibi dall'estero. Lo ha detto e ripetuto qualche tempo fa quando si disse pronto a frenare le navi merci oltre che quelle cariche di immigrati.
La battaglia per i prodotti nostrani è un cavallo di battaglia della Lega a trazione Salvini. Basti ricordare le polemiche sorte sulla cancellazione dei dazi per l'olio tunisino decisa dall'Europa. Oppure al famoso "Parmesan", simbolo dei tanti prodotti spacciati per italiani e che, venduti in massa all'estero, si trasformano in un enorme danno per il grandioso made in Italy.
Salvini sa, ovviamente, che la questione non è solo puramente burocratica. Serve anche ridurre la domanda di beni esteri. Non è detto che con le scartoffie si riesca ad impedire al Canada di produrre un prosciutto di Parma che l'Emilia Romagna l'ha vista solo in cartolina. "Non sarà una battaglia facile", ha ammesso ancora Salvini pur ribadendo che "sono disponibile a fermare anche i barconi con cibo di pessima qualità che arriva dall'altra parte del mondo sulle nostre tavole".
Ecco perché ieri, dal palco di Cervia dove era stato invitato a parlare alla festa della Lega Romagna, il ministro dell'Interno ha lanciato un messaggio che è politico e sociale al tempo stesso. Ha chiesto ai suoi elettori (e non solo) di fare uno sforzo per premiare i produttori italiani.
Per aiutare il commercio del made in Italy. "Mangiare italiano, vestire italiano, bere italiano è un atto politico - ha detto il leader del Carroccio alle migliaia di persone che lo ascoltavano da sotto il palco - si fa politica anche facendo la spesa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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