Io, il Donald italiano? «No, non esageriamo, queste sono cose che scelgono gli elettori. Poi, se guardiamo il portafoglio...». Adesso Matteo Salvini fa il modesto ma insomma, a scalzare il Cav e a fare l'anti Renzi lui ci pensa davvero. E lo dice: «Io non mi autoproclamo niente, saremo in migliaia a Firenze in una piazza aperta a tutti in cui costruiremo un pezzo di futuro. Se mi chiederanno di esserci, di metterci la faccia, di partire con coraggio, ebbene io ci sono». E Berlusconi? O si adegua, pare di capire, o peggio per lui: «Silvio non verrà? Lascio a lui la scelta. Diciamo che negli ultimi anni Forza Italia ha spesso e volentieri guardato indietro più che guardato avanti. Ci sono tanti elettori di Fi che non votano più perché hanno perso la fiducia in un progetto e noi, a chi non vota più perché schifato dai cambi di partito, di idea, di alleanza e di poltrona, vogliamo dare un progetto e una casa».
Il «progetto» è abbastanza chiaro: sotto la spinta del vento americano, il segretario della Lega prova a fare il salto di qualità candidandosi a guidare il centrodestra. Formalmente il nemico è il premier, infatti è a casa sua, in piazza Santa Croce a Firenze, che oggi terrà la sua adunata per il No. «Se Renzi perde il referendum, si deve andare subito alle elezioni anticipate per sfrattare l'abusivo da Palazzo Chigi. Noi abbiamo una squadra, da Luca Zaia a Roberto Maroni ai nostri 300 sindaci, che sarebbe pronta a governare domani mattina meglio di lui». Oltre al Carroccio, aderisce Fratelli d'Italia. Freddezza da Forza Italia: l'unico dirigente previsto è il governatore della Liguria Giovanni Toti. E, nelle stesse ore, Stefano Parisi sarà in Veneto con il suo tour Megawatt.
Salvini sembra un po' irritato dalle assenze e dalla concorrenza, ma non retrocede neanche di un millimetro. «La manifestazione promossa dalla Lega è aperta a tutti. Domani inizia un percorso, chi non c'è è libero di farlo: però si tira fuori». Per l'incoronazione del Donald padano, nella città dove Renzi ha cominciato la sua avventura politica, sono attese 15mila persone. «A Firenze - sostiene il leader leghista - il centrodestra riparte. Alla manifestazione per il No al referendum parteciperanno 300 sindaci da tutta la Penisola: chi non verrà dimostrerà di essere ancora legato a quell'idea vecchia d'Italia. Il dibattito politico nel nostro Paese ha confermato negli ultimi tempi di essere lontano anni luce degli interessi della gente. Noi da domani vogliamo cambiare rotta, rilanciando i progetti e le iniziative per tutta la comunità».
Il modello? Facile. «Trump negli Usa ha testimoniato che con le idee e il coraggio si batte l'Italia degli inciuci». Ma il nuovo presidente americano non è soltanto un esempio. «Io - spiega ancora Salvini - ho letto il suo programma e per molti aspetti ricalca quelli che sono i progetti della Lega in Italia: una tassa al 15% per le imprese, separazione delle banche d'affari dalle banche normali, per evitare i casi Monte dei Paschi, Banca Etruria, Popolare di Vicenza».
E prima delle kermesse di Firenze, il segretario del Carroccio, va in visita ad Amatrice nelle zone terremotate buttando già qualche idea: una «no tax area» per tre anni per le popolazioni colpite, la disponibilità immediata di container per chiunque ne faccia richiesta, la messa a disposizione di risorse europee per finanziare i processi di ricostruzione.
«Sono orgoglioso e commosso di quello che ho visto - dice - abbiamo visito la distruzione, ma ciò nonostante la gente si è rialzata. Il sindaco Pirozzi mi ha confermato che l'unica scommessa seria per ripartire è l'esenzione totale e triennale delle tasse. Su questo lavoreremo sorvegliando Renzi da domattina».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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