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Salvini si riposiziona sulla linea di Forza Italia. "Non c'è solo il voto"

Il leader della Lega non chiude al governo di unità nazionale: "Proporremo più opzioni"

Salvini si riposiziona sulla linea di Forza Italia. "Non c'è solo il voto"

Un vertice dopo l'altro, i contatti continui tra i leader, la volontà di definire nel dettaglio la posizione comune da esporre domani al Capo dello Stato, anche in base alle variabili che verranno prese in analisi. Variabili che potrebbero non prevedere più il nome di Giuseppe Conte per un mandato esplorativo. Nel centrodestra si inizia a ragionare sulla possibilità che possano emergere due candidature per la nuova premiership: quelle di Dario Franceschini e di Lorenzo Guerini. Nomi su cui l'atteggiamento è di sostanziale equidistanza, perché «noi comunque stiamo all'opposizione».

Il punto adesso è mantenere l'unità e mandare un messaggio forte e non equivocabile sia verso l'esterno sia verso l'interno, con riferimento alle tante «tentazioni» che vengono agitate di fronte ai parlamentari azzurri in questa fase, soprattutto verso i moderati e i centristi, quelle più restii alle suggestioni sovraniste.

L'approccio ufficiale non è di chiusura assoluta. Lo stesso Matteo Salvini non recide anticipatamente il filo del dialogo e fa capire che l'ipotesi del war cabinet, del governo di unità nazionale non si può escludere in toto. «La prima opzione che portiamo al Colle venerdì è il voto, ma non è l'unica», dice il leader della Lega. «A Mattarella diremo che le scene che stiamo vedendo sono aberranti, i senatori in vendita non è cosa dignitosa, chiederemo al capo dello Stato se questo Parlamento può garantire una maggioranza solida, se la risposta è sì, per me l'unica possibilità, all'interno di questo Parlamento, è un governo a guida centrodestra».

«Chi vuole pace fiscale, azzeramento della burocrazia e del Codice degli appalti, riforma della giustizia, si siede al tavolo con la Lega e con il centrodestra», continua Salvini. «Se Conte non avrà i numeri, come non li avrà, siamo disponibili a discutere di temi reali - dice il leader della Lega - Chi vuole parlare di temi reali può dialogare con il centrodestra. Credo sia difficile che lo voglia il Pd, ma noi siamo curiosi e pronti a dialogare con tutti». Mariastella Gelmini rivendica l'identità di Forza Italia all'interno della coalizione. «Il centrodestra è una coalizione ma non è un partito unico. Anche in altre occasioni siamo andati uniti dal presidente Mattarella, e in quelle occasioni sono intervenuti il presidente Berlusconi, Salvini e Meloni. Negli scorsi giorni anche da parte di Matteo Salvini c'è stata un'apertura a un governo di unità nazionale. La sinistra smetta di litigare e cominci a ragionale nell'interesse dell'Italia anche con le opposizioni. Non mi pare questo stia accadendo, ed ecco perché le elezioni rischiano di essere l'unica soluzione».

Ma al di là delle dichiarazioni tattiche ci sono anche le contromosse. L'idea, come rivela l'Agenzia Italia, è quella di un nuovo gruppo di centrodestra, un «contenitore» di parlamentari delusi in arrivo dai Cinquestelle e dal Misto. Alcuni sostengono, ma non vi sono conferme ufficiali, che vi sia già un logo e un nome, «Popolari di centro». Anche se per poter formare un gruppo parlamentare occorre che ci sia un simbolo che abbia partecipato alle elezioni, e al Senato ci sarebbe lo scudo crociato dell'Udc, mentre alla Camera si penserebbe al simbolo di Noi con l'Italia. Al momento sarebbero coinvolti i senatori di Cambiamo con Toti, i centristi, due ex pentastellati e si sta cercando di convincere due esponenti del Movimento Cinquestelle.

L'idea, però, è quella di sviluppare il progetto su tempi più lunghi perché la controffensiva può essere lanciata anche quando la situazione si sarà stabilizzata e tanti scontenti cercheranno una casa politica.

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