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Salvini vuole solo il voto: "Parlo anche con Conte Open arms? Non c'entro"

Il caso della Ong in giunta al Senato. Gasparri: «Conte avrebbe potuto autorizzare lo sbarco»

Salvini vuole solo il voto: "Parlo anche con Conte Open arms? Non c'entro"

Il senatore Maurizio Gasparri, presidente della giunta delle immunità parlamentari, è convinto dell'innocenza di Matteo Salvini nel caso di Open arms, tanto che nella sua relazione chiede che per l'ex ministro dell'Interno non si conceda l'autorizzazione a procedere.

In primis c'è una notevole differenza con i casi Diciotti e Gregoretti in quanto «per tali due fattispecie nessuna presa di posizione contraria era stata assunta all'epoca dei fatti» dal premier Conte.

«In questo caso - chiarisce Gasparri - a un certo punto della vicenda il presidente del Consiglio interviene nei confronti del ministro Salvini, con uno scambio di lettere. E le cose che dispone vengono attuate, indipendentemente dal giudizio diverso dell'allora ministro dell'Interno. Il quale si adegua a una direttiva impartita da una fonte gerarchica superiore all'interno del governo. Quindi, in questo caso - spiega ancora - il coinvolgimento del governo è ancora più nitido».

Da specificare come «nel caso di specie, il perseguimento di un preminente interesse pubblico consisteva nel tentativo di dare una regolamentazione più rigorosa e corretta alla gestione dei flussi migratori, al duplice scopo di disincentivare il traffico degli immigrati e i conseguenti naufragi, oltre che delimitare il numero di accessi irregolari clandestini sul territorio nazionale, con tutti i riflessi sulla sicurezza pubblica».

Secondo il senatore forzista la «condivisione implicita» da parte della presidenza del Consiglio con l'azione dell'ex vicepremier sarebbe confermata «dal decreto interministeriale del 1 agosto 2019 con cui si vietava l'ingresso e la sosta nel territorio italiano alla nave dell'ong spagnola». La condivisione della linea di Salvini sarebbe supportata dalla richiesta di Conte di far sbarcare i minori dalla Open arms, cosa che l'ex ministro autorizzò, facendone scendere 29, di cui solo alcuni risultarono effettivamente bambini.

Il senatore nella relazione specifica anche che «Salvini potrebbe anche aver erroneamente sopravvalutato un pericolo terroristico, ma ciò non comporta il venir meno del perseguimento di un interesse pubblico inerente all'azione di governo».

Insomma, la giunta ha dovuto appurare se lo stesso abbia agito in virtù della «ragion di Stato», ovvero nell'interesse nazionale, per evitare magari un danno ancor maggiore (quello, ad esempio, del rischio terroristico). Il fatto che Conte abbia chiesto di far scendere i minori e non i maggiorenni rende chiaro che in quel momento l'azione di governo era congiunta e coordinata. D'altronde, l'articolo 95 della Costituzione chiarisce che il presidente del Consiglio dirige «la politica generale del governo e ne è responsabile», ma anche che coordina «l'attività dei ministri».

Insomma, per Gasparri «se Conte avesse voluto ordinare lo sbarco completo, lo avrebbe potuto fare, e Salvini avrebbe nel merito non condiviso, ma avrebbe obbedito per motivi gerarchici».

Ieri il «Capitano» ha commentato: «Per il caso di Open arms non chiederò di farmi processare. Qui c'è una nave spagnola che ha raccolto migranti in acque maltesi e ha chiesto un porto alla Spagna e a Malta. Che io debba rispondere di una nave spagnola che va in acque maltesi mi sembrerebbe molto bizzarro. Ci manca solo mi processino per il Coronavirus». Il 27 il voto in giunta.

Intanto ieri Salvini ha aperto a «un dialogo anche con Conte».

La condizione è: «Basta che si voti».

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