Bernie Sanders si conferma sempre più come il candidato da battere alle primarie democratiche di Usa 2020. Il senatore del Vermont allarga la sua base elettorale e stravince i caucus in Nevada, mettendo un'ipoteca sulla nomination per sfidare Donald Trump il prossimo novembre. «Vinceremo in tutto il Paese perché gli americani sono stanchi di un presidente che dice bugie, mette a rischio la democrazia e non ha mai letto la Costituzione», afferma. Con il 60% dei voti scrutinati, Sanders è avanti con il 46%. Dietro di lui, lontanissimo, l'ex vice presidente Joe Biden con il 19,6% e l'ex sindaco di South Bend (Indiana) Pete Buttigieg, con il 15,3%. Quarta la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren con il 10,1%. «Abbiamo vinto il voto popolare in Iowa, le primarie in New Hampshire e i caucus del Nevada. Vinceremo anche in Texas», continua, sottolineando che nel Silver state ha «messo insieme una coalizione multigenerazionale e multirazziale». Dopo i giovani ha conquistato gli ispanici, ma anche neri, bianchi liberal e persino alcuni moderati hanno abbracciato la sua idea di cambiamento radicale. Da San Antonio, in Texas, uno degli stati in cui si vota nel Super Tuesday del 3 marzo - quando in palio ci saranno oltre un terzo dei delegati totali - Sanders torna poi a puntare sul suo cavallo di battaglia, l'assistenza medica per tutti: «La sanità è un diritto umano e non un privilegio».
A congratularsi con il 78enne socialista è il presidente Trump, prima di partire per l'India: «Sembra che il pazzo Bernie abbia fatto bene, congratulazioni. Biden e gli altri sono deboli e non c'è possibilità che mini-Mike Bloomberg possa rilanciare la sua campagna dopo la peggiore performance della storia in un dibattito presidenziale», scrive su Twitter.
Se i risultati parziali verranno confermati, il Nevada tiene a galla Biden dopo le debacle in Iowa e New Hampshire. Secondo Cbs, l'ex numero due di Barack Obama è avanti nello stato della East Coast dove si vota sabato prossimo, ma il suo vantaggio rispetto a Sanders si sta riducendo. Può infatti contare sul 28% dei consensi contro il 23% del rivale. A complicare tutto nel Super Martedì sarà l'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, in ascesa nei sondaggi.
Sconfitto Buttigieg invece, che ha tenuto testa al senatore socialista nei primi due appuntamenti elettorali, invita a valutare attentamente i pericoli e le conseguenze di una sua possibile nomination: «Dobbiamo battere Trump e aprire una nuova pagina nella nostra storia, ma la rivoluzione di Sanders taglia fuori molti democratici».
Chi esce ancora una volta sconfitta è la Warren, che conferma le difficoltà a far decollare la sua campagna elettorale, e molti osservatori la considerano ormai all'ultima spiaggia. La senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, che non è arrivata neanche al 5% nei caucus, sostiene da parte sua di aver «fatto meglio delle attese», e assicura che continuerà la sua corsa.
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