Guerra in Ucraina

Sanzioni, SuperMario cauto. È la diplomazia "gassosa"

Il premier: sì all'autonomia energetica da Mosca. Il messaggio a Londra: le misure vanno applicate

Sanzioni, SuperMario cauto. È la diplomazia "gassosa"

Draghi non ha alcun dubbio sul fatto che la strada della diplomazia sia la via maestra da seguire. Il punto, però, è che ormai da qualche giorno - lo ha detto chiaramente anche nel suo intervento in Parlamento - il premier si è convinto che Mosca non abbia alcuna intenzione di provare realmente a dar seguito ai negoziati in corso. Concetto ribadito ieri a Bruxelles, al termine del faccia a faccia con la presidente della Commissione Ue von der Leyen. «Finora - dice incontrando i giornalisti - la soluzione diplomatica non ha dato alcun frutto». E ancora: la «determinazione» della Russia «è chiarissima» ed è «andare avanti finché l'Ucraina non si arrende» e «instaurare un governo amico».

Ecco perché, sostiene Draghi, si deve concentrare lo sforzo in due direzioni, tenendo ben chiaro - lo ripete anche nei briefing ristretti - che la situazione di conflittualità è «destinata a perdurare». Le priorità, dunque, sono la cosiddetta «diplomazia energetica» e la necessità di «disegnare un'Ue in grado di gestire le crisi con la Russia» senza finire per essere vittima del ricatto economico di Mosca. È questo il principale dossier - insieme a quello sui rifugiati - al centro dell'incontro mattutino di Bruxelles tra von der Leyen e Draghi. Che a sera, invece, sente il cancelliere tedesco Scholz, visto che Italia e Germania condividono lo «scomodo» primato di essere i due Paesi europei che più dipendono dal gas di Mosca. L'Italia, invece, non partecipa alla riunione in videoconferenza tra il presidente americano Biden, il francese Macron, Scholz e il primo ministro britannico Johnson. Summit dove si discute della situazione in Ucraina: dalla conclusione del terzo round di negoziati tra Mosca e Kiev alle forniture di armi al governo di Zelensky, passando, ovviamente, per il possibile incremento delle sanzioni sul petrolio russo, una linea che a Berlino - come a Roma - suscita qualche dubbio.

Questo, ovviamente, non significa che Draghi non sia fermamente convinto che per l'Italia sia ormai irrinunciabile garantirsi un'indipendenza dal gas russo. A prescindere da quando e come si risolverà il conflitto. Avanti, dunque, con la diversificazione. È questo il messaggio che l'ex numero uno della Bce ha portato ieri a Bruxelles, in attesa del Consiglio Ue informale che si terrà a Versailles tra giovedì e venerdì.

La forza dell'Unione europea, spiega Draghi, sta nella sua «straordinaria unità». Dimostrata fino ad ora, ma che «deve continuare a essere presente anche quando bisognerà fare fronte agli effetti della guerra». Non solo per quanto riguarda l'energia ma anche dal punto di vista della crisi umanitaria, perché l'accoglienza dei rifugiati ucraini è destinato a diventare un tema centrale.

Il dossier che oggi preoccupa di più, però, è quello energetico. «L'Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la dipendenza dal gas russo. Sabato ho sentito al telefono l'emiro del Qatar Al Thani con cui ho discusso, in particolare, di come rafforzare la cooperazione energetica», spiega Draghi nel punto stampa con von der Leyen. Fronte su cui sta lavorando il ministro degli Esteri Di Maio, negli ultimi giorni in trasferta prima in Algeria e poi in Quatar.

Sul fronte delle sanzioni, Draghi non esclude ce ne possano essere altre. Mentre von der Leyen ribadisce che la Commissione è già «al lavoro» su un «ulteriore pacchetto». Anche se il premier approfitta dell'occasione per dire che l'Italia - come anche Francia e Germania - è stata ligia nelle sanzioni, a partire dal congelamento dei beni degli oligarchi russi. «Vorrei davvero vedere misure simili o analoghe prese da tutti i nostri Paesi», aggiunge in inglese, così che il messaggio - indirizzato al governo britannico - arrivi forte e chiaro.

L'ex numero Bce, infine, sottolinea il totale sostegno dell'Italia all'Ucraina, anche per quanto riguarda la sua adesione all'Ue, nonostante il percorso sia «lungo».

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