Politica

Sardegna, aule dei bimbi date a migranti: rivolta nella scuola elementare

Genitori in rivolta contro la decisione del Comune di Villacidro di adibire alcune aule di una scuola elementare ai migranti per lo studio dell'italiano: "Non vogliamo gli immigrati con i nostri bambini”

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Genitori in rivolta a Villacidro, un paese del Sud Sardegna, contro la possibilità di adibire delle aule di una scuola elementare per corsi di alfabetizzazione per adulti, italiani e stranieri, ma in prevalenza migranti.

La protesta dei genitori per i migranti nella scuola

La protesta, si legge sul giornale locale Sardiniapost, è nata alcune settimane fa quando in consiglio comunale è stata presentata e discussa un’interrogazione sulla possibilità che il Comune desse parere favorevole all’ avvio di questi corsi a partire da settembre, così come è stato richiesto dal dirigente del Cpia, il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti. Il progetto scolastico prevede corsi di informatica, licenza media e superiore destinati a persone, italiane o straniere, con più di 16 anni. Negli scorsi giorni aveva creato polemiche la diffusione, da parte di un gruppo politico di opposizione, di un volantino in cui si parlava di “scuole sottratte ai bambini”. I villacidresi si sono divisi anche su Facebook: “Non vogliamo gli immigrati con i nostri bambini”, “che studino a casa loro”, “non sappiamo chi sono”, “sindaco portali a casa tua”, “non ci fanno niente i clandestini in una scuola”, avevano scritto alcuni genitori inferociti. Altri, invece, come la cantante locale Claudia Aru aveva preso le distanze dai suoi concittadini: "Mi scuso profondamente e non nego la profonda vergogna di condividere il mio paese natale con questi sub umani che non meritano nulla se non sdegno. Bella ribalta Villacidro, complimenti. Ah! Si parla di condividere un'aula di una scuola elementare, con migranti che vogliono imparare l'italiano”.

Ieri pomeriggio, invece, un gruppo di genitori degli scolari che frequentano le primarie di via Cagliari ha incontrato in piazza il consigliere di maggioranza, Antonello Scano, contestando nuovamente la scelta che il Comune formalizzerà nei prossimi giorni. “Non si tratta di rifiutare persone dalla pelle di un altro colore, l’unico problema è che sono adulti, fossero stati bambini nessuno avrebbe avuto da ridire”, precisa al sito villacidro.info Filippo D’Angelo, uno dei genitori che guida la protesta di origini siciliane cui l’assessore al Bilancio, Gessica Pittau, avrebbe detto: “Di cosa si lamenta? Il progetto non è stato ancora approvato e in fin dei conti è un immigrato pure lei”.

La difesa della giunta comunale

La giunta comunale, guidata dal sindaco Marta Cabriolu, si difende con un lungo comunicato in cui si attacca chi ha voluto strumentalizzare la vicenda. “È stato fatto credere ai genitori dei bambini che frequentano la scuola elementare di via Cagliari, che i migranti presenti a Villacidro sarebbero stati inseriti nelle classi con i nostri bambini. Si è verificata una vera e propria campagna denigratoria verso la Dirigente Scolastica, verso il Sindaco e l'amministrazione, con messaggi pubblici e privati al limite dell'istigazione all'odio razziale, con una totale mancanza di rispetto e dei principi minimi della convivenza civile. Si sono lette cose davvero irripetibili”, si legge nella nota. Nota che riprende buona parte dei concetti già espressi dal sindaco Cabriolu in un post su Facebook nel quale il primo cittadino parlava di “terrorismo mediatico” si chiedeva: “Siete sicuri che siano i migranti presenti a Villacidro il problema?". La nota precisa che non vi sarò alcuna promiscuità tra bambini e adulti perché questi ultimi avranno a loro disposizione “un’ala dell’edificio completamente ristrutturata” con “aule dedicate, servizi igienici dedicati, ingresso dedicato, bidelleria dedicata”. “Il tutto facilmente delimitabile fisicamente – spiega ancora la nota - con un intervento di tramezzatura interna ‘leggera’: uno spazio raggiungibile con ingressi separati, di cui uno interno (una porta-finestra) e uno esterno (un cancello), entrambi dedicati”.

L'assessore comunale alla pubblica istruzione, Daniela Deidda, in questi giorni ha cercato di sedare gli animi dei genitori preoccupati per la presenza di alcuni dei 70 migranti che vivono nei centri di accoglienza del paese e che dovrebbero frequentare la scuola. “Mi sento di tranquillizzare le famiglie sull’assenza di pericoli reali, concreti, che – aveva precisato l’assessore in una nota - correrebbero i nostri figli dal condividere lo stesso edificio scolastico, seppure con spazi separati, con altri ragazzi per qualche mattina la settimana, ragazzi poco più che ventenni, molto meno fortunati dei nostri ragazzi, seguiti da docenti ministeriali appassionatissimi del loro mestiere, che aiuteranno loro ad imparare la nostra lingua, aiuteranno loro a poterci capire e a farsi capire, a poterci conoscere, a poterci fidare l’uno dell’altro”. “Le autorità locali di pubblica sicurezza ci dicono che la loro presenza nel nostro territorio non costituisce un problema di ordine pubblico: non delinquono e non hanno malattie.

Mi spiace – conclude la nota - che si sia creato tutto questo allarmismo, ma mi rendo conto che deriva in massima parte dalla mancanza di informazioni, che non abbiamo avuto il tempo di dare perché la decisione non è stata ancora formalmente assunta”.

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