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Sardine, radicali, ex M5s e frondisti democrat: il fronte anti-taglio adesso scende in piazza

Anche Casini si smarca dalla linea Pd: "Così solo una scure alla Robespierre"

Sardine, radicali, ex M5s e frondisti democrat: il fronte anti-taglio adesso scende in piazza

Il fronte del No al referendum sul taglio dei parlamentari si ingrossa e va in piazza. Seduti e distanziati per l'emergenza Coronavirus. Alla Camera si è riunito un fronte trasversale di parlamentari e associazioni per il No che hanno fissato l'appuntamento per le 17 del 12 settembre a Roma in piazza Santi Apostoli. Ieri, durante una conferenza stampa congiunta alla quale hanno partecipato Gianni Cuperlo, Emma Bonino, Riccardo Magi, Gregorio De Falco e Jasmine Cristallo delle Sardine, si è detto: «Non è battaglia di apparato ma di democrazia. Noi crediamo in una piazza per un momento di partecipazione popolare». E così sarà.

Pier Ferdinando Casini spiega le ragioni per cui voterà No: «Questo referendum serve solo a tagliare delle teste, alla Robespierre: io non ci sto. Vedo molti convertiti dell'ultima ora, ma io ho votato sempre No in parlamento e non cambio idea», assicura. Il Pd è diviso però. Nicola Zingaretti dice che il taglio dei parlamentari era nel patto di governo. «È il pegno che chiedono i 5 Stelle per andare avanti. Ma è un taglio lineare - sostiene Casini - Non è nemmeno una riforma. Ripeto: è una presa in giro per dare ai più ingenui l'idea di una riforma. Il Pd e Zingaretti stanno generosamente pagando un prezzo alla stabilità di governo».

E dalla direzione nazionale del Pd Cuperlo avverte: «Vorrei dire agli amici del M5s che la carica implicitamente simbolica, anti-parlamentare, anti-rappresentativa di questa campagna è lesiva anche dei valori che avevano ispirato la loro scelta di misurarsi con la sfera dell'impegno pubblico e poi della rappresentanza dentro alle istituzioni. È come se fosse una lesione a se stessi». E la leader di +Europa Emma Bonino usa una metafora per spiegare la decisione di votare No: «È come se in un caseggiato i condomini del primo piano decidessero di togliere una trave portante, senza avere nessuna idea di come stabilizzare il condominio. Rappresentanza e funzione parlamentare sono gli elementi portanti».

D'altro canto Silvio Berlusconi, invece, conferma le sue perplessità e parla di assoluta libertà di voto per i parlamentari azzurri. E sempre da Forza Italia Andrea Cangini di Fi dice in conferenza stampa: «Tanti italiani stanno capendo che questa non è una riforma che rende il Parlamento più efficiente e che la rappresentatività subirà un danno». Infine Renato Brunetta picchia duro: «Le Regioni più deboli sarebbero sempre più deboli e quelle più forti, più forti.

La riduzione della rappresentanza democratica finisce proprio per penalizzare quelle Regioni che hanno maggiore necessità di un intervento nazionale e di una rappresentanza forte e diffusa a livello statale».

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