A Cadice è caduto un altro pezzo d'Europa. È successo mercoledì pomeriggio quando un gommone con una ventina di migranti africani ha dato l'assalto ad una spiaggia affollata di bagnanti seminando prima lo scompiglio tra i vacanzieri e poi la pattuglia di gendarmi intervenuta per bloccarli. Ma l'arrembaggio di Cadice - oltre a turbare la tranquillità dei vacanzieri - fa anche capire come la Fortezza Europa, tanto criticata dalla compagine umanitario-scafista, sia ormai soltanto una diroccata cittadella. Una cittadella tanto inadeguata nel garantire la difesa dei propri confini quanto incapace di comprendere e prevenire le emergenze.
In Marocco gli arrivi di africani attratti dal miraggio europeo sono letteralmente triplicati dall'inizio dell'anno. Di fronte a questa evidenza, visibilissima e documentatissima, Frontex, l'agenzia responsabile della difesa delle frontiere europee, non ha mosso un dito. Così fino a mercoledì - l'unica vera barriera all'arrivo di migranti africani nelle enclavi di Ceuta e Melilla e sulle coste spagnole sono rimasti gli accordi stretti da Madrid e Rabat. Negli anni passati, pur di non assumersi il grattacapo di risolvere la questione dei migranti in partenza dal Marocco l'Unione Europea aveva volentieri scordato le velleità umanitarie manifestate nel 2012 quando aveva bollato come disumani i respingimenti concordati da Berlusconi e Gheddafi. Così - mentre l'Europa sceglieva di non vedere - Rabat e Madrid hanno eretto barriere e muri nelle enclavi di Ceuta e Melilla. E sotto gli occhi di un Europa compiacente le intrusioni sul territorio spagnolo sono state scoraggiate con la somministrazione di robuste dosi di manganellate seguite dalla riconsegna alle autorità marocchine e dalla successiva restituzione ai paesi d'origine.
Questi accordi hanno resistito fino a quando il Marocco, preoccupato dall'incremento degli afflussi dall'Africa sub sahariana, ha deciso di chiudere un occhio e lasciar tracimare la marea. Bruxelles, attentissima nel percepire millesimali variazioni nei bilanci dei Paesi membri, non ha, però, né visto, né previsto nulla.
Come in Libia, come in Turchia nell'estate 2015, gli euroburocrati hanno ignorato la sorte delle proprie frontiere. E così le immagini dello scompiglio balneare di Cadice diventano l'istantanea della sconfitta di un'Europa senza più confini e senza più difese.
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