La scalata di Salvini: se Fi sceglie il Pd giusto che i moderati passino con noi

Il segretario della Lega: se l'alleanza finirà non sarà per colpa nostra

La scalata di Salvini: se Fi sceglie il Pd giusto che i moderati passino con noi

Roma - Il giorno dopo il duello in Vigilanza Rai la tensione in Parlamento resta altissima. Tutti, leghisti compresi, si interrogano sulle conseguenze dello strappo interno al centrodestra sulla nomina di Marcello Foa. Rottura o occasione per una nuova ripartenza? Preludio di un divorzio oppure scintilla per un chiarimento?

Le scorie post-rovesciamento del tavolo da parte di Silvio Berlusconi sono ancora da smaltire nel corpaccione leghista, così come resta da risolvere il rebus della governance di Viale Mazzini. Matteo Salvini in mattinata alza i toni e sembra lanciare una sorta di Opa su Forza Italia, aprendo le porte agli eletti azzurri tentati dal progetto leghista. «Che Forza Italia preferisca il Pd alla Lega e a un giornalista come Marcello Foa è surreale. Basta scorrere le decine di messaggi sui blog, sul web, per vedere come gli elettori del centrodestra siano esterrefatti da questa capriola» dice al Quotidiano Nazionale. «A Silvio dico - aggiunge - andare contro il cambiamento è una scelta, ma ad ogni scelta corrispondono delle conseguenze». Il che significa che il centrodestra è finito? «Non siamo noi a volerlo. Ma se Forza Italia non è d'accordo su niente, se sceglie il Pd, faccia pure. Scelta sua. Se vuole fare un partitone Pd-Forza Italia, auguri. Dispiaciuti, andiamo avanti, facendo battaglie di centrodestra e per il cambiamento. Se la Lega ha quattro volte i voti di Forza Italia forse qualcuno sta sbagliando qualcosa. Mi pare che gli italiani abbiamo già scelto con chi stare. Io fino a oggi ho detto di no ma se Forza Italia sceglie il Pd è giusto che chi si sente di centrodestra possa fare politica con la Lega».

Naturalmente la reazione di Forza Italia è immediata. I segni di irrequietezza su entrambi i fronti sono palpabili. E i parlamentari di più lungo corso lasciano capire che bisognerà attendere settembre e la ripresa dei lavori per capire cosa ne sarà dell'anomala alleanza. Il tutto mentre Salvini ribadisce in serata che il suo candidato per la Rai resta Marcello Foa. Anche a costo di rompere con Berlusconi? «Io guardo al merito, guardo se una persona vale», risponde il vicepremier a margine del giuramento dei nuovi vigili del fuoco nella scuola centrale antincendi di Capannelle a Roma. «Se mi danno giustificazioni valide per dire no...». Ma, aggiunge Salvini, «sentire il Pd che parla di lottizzazione, loro che hanno lottizzato fino all'ultimo sgabuzzino, fino all'ultima pianta grassa, fino all'ultimo posacenere non solo in Rai ma in tutta Italia, mi fa ridere».

Sui territori si morde il freno. C'è chi vorrebbe adottare una strategia ancora più aggressiva verso gli amministratori di Forza Italia. E chi come i governatori leghisti - solitamente molto ascoltati dal segretario - frena, lancia inviti alla calma, esercita la propria moral suasion per stemperare i toni. «Salvini non ha mai parlato apertamente di Opa. Ma registriamo da tempi non sospetti una valanga di richieste di partecipazione da parte di tanti eletti di Forza Italia», dichiara a Radio Radicale il sottosegretario e deputato della Lega Guglielmo Picchi.

E mentre a Piazza San Silvestro, nel cuore della Capitale, va in scena un flash-mob sotto il solleone organizzato dal vicecapogruppo, Francesco Ziccheri, a sostegno di Matteo Salvini e delle sue politiche sull'immigrazione, c'è chi dice che alla fine dovranno essere sempre loro, i due leader, a vedersi per sciogliere o riannodare il nodo dell'alleanza.

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