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Scandalo pedofilia: Francesco fa dimettere tutti i vescovi del Cile

L'intero episcopato del Paese sudamericano autosospeso dopo la lettera riservata del Papa

Scandalo pedofilia: Francesco fa dimettere tutti i vescovi del Cile

T rentaquattro vescovi cileni hanno rassegnato le dimissioni in blocco nelle mani del Papa. È la prima volta nella storia della chiesa che un intero episcopato si autosospende dal proprio incarico. La decisione è arrivata al termine di una riunione straordinaria in Vaticano, convocata dallo stesso Pontefice, per affrontare lo scandalo dell'insabbiamento delle denunce contro i preti pedofili. «Vogliamo chiedere perdono per il dolore causato alle vittime, al Papa al popolo di Dio e al nostro paese per i nostri gravi errori e omissioni commessi hanno sottolineato i vescovi -. Ringraziamo le vittime per la loro perseveranza e il loro coraggio nonostante le enormi difficoltà personali, spirituali, sociali e famigliari che hanno affrontato».

Il problema è esploso intorno alla figura di padre Fernando Karadima, oggi ottantenne, sacerdote della capitale cilena all'epoca della dittatura di Pinochet. Nel 2011 era stato condannato dall'ex Sant'Uffizio per abusi sessuali sui minori. Alcune vittime avevano anche mosso accuse nei confronti di vescovi importanti della Chiesa cilena, e in particolare presuli come Juan Barros, attuale vescovo di Osorno, che da giovani erano stati allievi di Karadima. Dopo averlo difeso - da ultimo nel suo recente viaggio in Cile a gennaio scorso - il Papa, in seguito alle critiche che le sue parole avevano suscitato, ha cambiato idea e ha inviato in Cile mons. Charles Scicluna, per indagare sulla situazione. Poi Francesco ha convocato la conferenza episcopale cilena a Roma per affrontare la questione. E ieri, l'annuncio choc delle dimissioni in blocco.

Il Papa ha consegnato ai vescovi una lettera riservata di dieci cartelle, il cui contenuto è stato diffuso dalla televisione cilena Antena 13. Il problema degli abusi sessuali sui minori e dell'insabbiamento delle denunce non si risolve «solo con la rimozione di persone, che pure bisogna fare». Questo «non è sufficiente». Occorre che i vescovi non cadano nella tentazione di voler salvare sé stessi e la loro reputazione: «Il problema è il sistema», scrive Papa Francesco. Bergoglio parla di «fatti delittuosi» e sottolinea che alcuni religiosi, espulsi dai loro rispettivi ordini per gli abusi commessi, sono stati accolti da altre diocesi e hanno ricevuto incarichi che li hanno portati a contatto con bambini e ragazzi.

Il tono di Papa Francesco è duro e arriva a criticare il modo con cui sono state condotte le indagini sugli abusi: le denunce ricevute «sono state qualificate come inverosimili» mentre rappresentavano «gravi indizi». «Certe inchieste non sono state realizzate e si sono verificate negligenze nella protezione dei bambini da parte dei vescovi e dei superiori religiosi. Ci sono state anche pressioni su coloro che dovevano fare i processi, e c'è stata anche la distruzione di documenti compromettenti», sottolinea il Papa. La Chiesa cilena, «ha perduto il suo centro e si è concentrata su se stessa», scivolando in atteggiamenti di «messianismo, elitarismo e clericalismo», che sono «sinonimi di perversione ecclesiale».

Le vittime del sacerdote pedofilo Karadima ricevute nelle scorse settimane a Casa Santa Marta dal Papa hanno commentato la notizia delle dimissioni in blocco dei vescovi su Twitter. «Per dignità, giustizia e verità: lasciano tutti i vescovi. Delinquenti.

Non hanno saputo proteggere i più deboli, li hanno esposti agli abusi e invece hanno impedito la giustizia. Per questo, meritano semplicemente di andarsene», ha scritto José Andrés Murillo. Ora il Papa, nelle prossime settimane, deciderà se accettare o respingere le dimissioni, valutando prevedibilmente caso per caso.

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