Lo scandalo di Viterbo: al macello degli orrori maltrattati gli agnellini

Le immagini diffuse da una testata online sono già finite nel mirino della Procura

Lo scandalo di Viterbo: al macello degli orrori maltrattati gli agnellini

Un'associazione animalista, Animal Equality, ha inserito delle microtelecamere in un mattatoio. Le immagini girate sono poi pervenute a vari siti web che le hanno messe a disposizione di chi le voleva vedere. Le ho visionate personalmente e posso garantire che vacilla anche chi ha lo stomaco con mezzo metro di pelo, per cui la mia personale raccomandazione è di andarle a vedere solo se, per lavoro o professione, avete una bella scorza al posto della pelle. Basteranno queste poche parole per farvi capire di che cosa si tratta.

Gli operatori del macello scaricano dai camion, in malo modo, gli agnelli e ne lanciano alcuni in sala di macellazione quasi fossero palloni da calciare. Altri operatori li agguantano per le zampe e per la coda trascinandoli o sollevandoli da terra fra lamenti di dolore acuti, come sono i belati degli agnelli. Chi tenta di fuggire vien preso a calci, mentre in sottofondo si sentono le urla e le risate dei macellatori e degli operai addetti a carico e scarico. Un immagine zoomata riprende un macellaio che gonfia un agnello con il soffio potente di un compressore: servirà per far meno fatica a separare la pelle dai muscoli. Il giovane animale naturalmente è ancora cosciente, come lo sono quelli attaccati ai ganci che girano su se stessi come buffi manichini. Qualcuno gira troppo forte e si stacca dal gancio, facendo perdere la pazienza all'operatore che lo riattacca con una violenza inaudita.

Non c'è alcun segno di stordimento, obbligatorio prima della recisione dei vasi che porta a morte gli animali da macello. E qui mi fermo, perché credo di aver dato un'idea che cosa andate a vedere se decidete di farlo.

Tutto quanto vi racconto è stato filmato di nascosto dall'associazione due anni fa in un macello di Monterosi, comune in provincia di Viterbo. Le informazioni sono frammentarie e contraddittorie e di certo non aiuta la giornata di un sabato che fa da ponte tra l'Immacolata e la domenica. Il servizio veterinario di Viterbo non risponde, al Comune di Viterbo c'è il deserto (o meglio il centralino), al municipio di Monterosi men che meno. Figuriamoci in un ponte, dedicato allo shopping natalizio, se le amministrazioni si fanno trovare al lavoro. Non è dunque chiaro se il mattatoio fosse uno dei tanti messi generosamente a disposizione dal ministero della Salute italiano per le macellazioni rituali o religiose. Qualcuno afferma che il macello non c'entrasse nulla con tale tipo di macellazione, ma, alla fine, poco conta, visto che le scene di rara violenza che vi si svolgono non devono accadere in nessun edificio atto all'abbattimento di animali. C'è chi afferma che la vicenda si è chiusa due anni fa, quando l'Usl ha bloccato tutto perché mancavano i requisiti del benessere animale. Ci mancherebbe altro, dopo avere visto immagini che un Dario Argento in gran spolvero non saprebbe neanche sognare.

Tusciaweb (una delle più importanti testate on line italiane) scrive che «nelle ultime ore, la procura ha comunque chiesto alla Asl un'ulteriore relazione sullo stato attuale del mattatoio di ovini e caprini di Monterosi», il che fa supporre che la vicenda non sia del tutto chiusa.

Le associazioni degli allevatori si affannano a spiegare che la filiera degli ovicaprini è perfetta, i controlli ineccepibili e «tutto va ben madama la Marchesa». Eppure quelle immagini sono lì a inchiodare la violenza e la vigliaccheria umane e qualche amministratore dovrebbe fornire spiegazioni. Noi siamo in ascolto.

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