Scendono i casi (e i tamponi). Famiglia e trasporti nel mirino

Il calo di contagi (2.578) legato ai pochi test (92.714). Solo 18 morti (6 nel Lazio). Preoccupa la Sardegna

Scendono i casi (e i tamponi). Famiglia e trasporti nel mirino

Calano i contagi, ma non è una discesa che fa sorridere, perché calano anche i tamponi refertati. E così il tasso di positività invece che diminuire cresce.

Il bollettino di ieri parla di 2.578 nuovi contagi, meno rispetto ai 2.844 di sabato. I tamponi scendono sotto quota 100mila per la prima volta dopo cinque giorni: 92.714, nel dettaglio. Sabato erano 118.932. L'effetto è che la percentuale di positivi rispetto ai test contabilizzati sale da 2,39 a 2,78, tra le più alte degli ultimi mesi. Va detto però - per contestualizzare i numeri - che sei mesi fa, il 4 aprile, i contagiati nuovi erano 4.805 a fronte di appena 37.375 tamponi, quindi con il tasso di positività del 12,86. Insomma, tutta un'altra storia. Tutta un'altra storia anche quella dei decessi, che ieri sono stati 18 mentre mezzo anno fa erano 681.

Vediamo ora la distribuzione dei contagi per regione: il maggior numero di nuovi positivi appartiene alla Campania con 412 a fronte di 7.250 tamponi (indice di positività 5,68), davanti alla Lombardia (314 casi, 14.795 tamponi, indice del 2,12), al Veneto (261 casi, 12.817 tamponi, indice 2,03) e al Lazio (244 casi, 11.737 tamponi, indice 2,08). Altre sei regioni sono sopra quota cento, con il caso della Sardegna, che contabilizza ben 111 nuovi casi a fronte di appena 1.783 tamponi, con un indice di positività elevatissimo, del 6,22 per cento, il più alto a livello nazionale. Nessuna regione senza casi, è la Valle d'Aosta la meno colpita con 7 casi ma solo 175 tamponi (indice di positività al 4 per cento).

I casi totali dall'inizio dell'emergenza sanitaria sono 325.329 con la Lombardia in testa a 108.065 contagiati «storici». Di essi 57.429 sono attualmente malati (+1.863 rispetto a sabato), con 53.839 in solamento domiciliare (+1.775), 3.287 ricoverati in reparti ordinari (+82) e 303 in terapia intensiva, con una umento limitato di sole 6 unità.

Infine i deceduti, solo 18, il dato più basso dai 16 del 28 settembre. Il maggior numero arrivano dal Lazio (6), poi due da Lombardia e Sicilia e uno ciascuno da Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Liguria, Marche e Sardegna.

Insomma, che virus fa? L'analisi più interessante di ieri arriva da Francesco Vaia, direttore sanitaria dello Spallanzani di Roma, che, in un'intervista a Sky Tg24 punta su alcuni concetti importanti: prima di tutto «in questo momento osserviamo un fenomeno di trasmissione virale intrafamiliare, quindi i ragazzi in questo momento potrebbero essere trasmettitori di questa diffusione del virus prendendolo dalla famiglia. I dati che abbiamo oggi, con anche l'innalzamento dell'età media, significano che, a valle del ritorno delle vacanze sia in Italia che dall'estero, abbiamo avuto una trasmissione intrafamiliare e i ragazzi portano così dentro le scuole la loro positività».

Altro aspetto importante quello dei trasporti: «Abbiamo fatto tantissimo nei porti e negli aeroporti - dice Vaia - e siamo diventati un riferimento europeo e internazionale, ma i trasporti metropolitani sono un elemento di grande preoccupazione. Bisogna raddoppiare i trasporti a Roma e in tutte le città italiane».

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