Schedati i passeggeri del volo da Wuhan. Dal ministero ecco il test per la diagnosi

Il virologo Burioni: «C'è il rischio che siano sbarcati infetti» Pronta una task force di esperti, entro 5 giorni l'esame rapido

Schedati i passeggeri del volo da Wuhan. Dal ministero ecco il test per la diagnosi

Roma Sono arrivate a Roma all'alba di ieri gli ultimi viaggiatori usciti da Wuhan, la città del focolaio, prima dell'isolamento. Il volo della China Southern Airlines, uno dei tre settimanali che arrivano nella capitale dall'area epicentro del coronavirus, è atterrato all'aeroporto di Fiumicino alle 4.50, con un'ora di anticipo. Tutto era pronto per accogliere i 202 passeggeri che per primi hanno sperimentato il percorso sanitario disposto dal ministero della Salute per fare fronte a casi di emergenza come quello dell'influenza, partita dalla Cina, che sta allarmando mezzo mondo e che l'Italia si sta preparando ad affrontare con una task force, operativa 24 ore su 24, pronta ad isolare gli eventuali casi sospetti. Tra 4-5 giorni nel nostro Paese sarà disponibile il test ufficiale, previsto dall'Oms, per la diagnosi diretta del nuovo virus.

Molti orientali, quasi tutti con la mascherina sulla bocca come quella che sono abituati portare anche in assenza di allarmi, ma anche qualche italiano e due australiani, sono stati prelevati ai piedi dell'aereo per essere sottoposti ai necessari controlli con rigide procedure sanitarie che solitamente siamo abituati a vedere in Tv. Gli accertamenti hanno dato esito negativo e il ministero ha fatto sapere che a bordo non c'erano casi da segnalare. Almeno per il momento. Comunque tutti i passeggeri prima di poter lasciare l'aeroporto sono stati «schedati» nell'eventualità in cui qualche sintomo si dovesse manifestare in un secondo momento. Perché in realtà di questo virus si sa ancora poco. «A oggi - spiega infatti il virologo Roberto Burioni - non abbiamo la certezza che uno o più passeggeri atterrati a Roma da Wuhan non siano stati infettati dal nuovo coronavirus e che non svilupperanno la malattia dopo qualche giorno di permanenza qui in Italia. Non sappiamo per quanto tempo una persona rimane contagiosa né tantomeno il periodo di incubazione».

Certamente ieri sono state prese tutte le precauzioni possibili. Non soltanto scanner termici per rilevare la temperatura corporea di ognuno. I passeggeri, informati a bordo dal comandante della procedura alla quale sarebbero stati sono sottoposti, sono stati fatti transitare attraverso un «corridoio» sanitario a distanza di sicurezza dagli altri viaggiatori e accompagnati in autobus in un'area, decentrata rispetto al terminal principale, che dispone dei più avanzati sistemi di biocontenimento. Qui sono stati accolti da medici ed esperti del ministero della salute adeguatamente protetti con mascherine e tute bianche. Due i varchi dotati di telecamere termiche per la rilevazioni della temperatura corporea attraverso i quali sono stati fatti passare i passeggeri mentre il personale sanitario visionava una ad una le immagini per individuare eventuali anomalie nei valori.

«I passeggeri sono stati molto cooperativi e hanno ricevuto tutte le informazioni sanitarie necessarie», ha spiegato il direttore operativo di AdR, Ivan Bassato.

Dopo aver verificato che nessuno presentava sintomi sospetti, i viaggiatori sono stati trasportati al terminal per proseguire i normali controlli di immigrazione e per ritirare i bagagli. Prima però hanno compilato una scheda per indicare la loro destinazione e il percorso del viaggio nel caso in cui i sintomi della malattia si sviluppassero dopo il periodo di incubazione.

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