Basterebbe una sola parola. Sconcertante. Dopo anni di attesa, i risparmiatori truffati da Banca Etruria ieri hanno dovuto sopportare anche l'umiliazione di una sentenza che Letizia Giorgianni, presidente dall'Associazione Vittime del Salvabanche, definisce «vergognosa: un verdetto che condanna gli esecutori, ma non i mandanti».
I dirigenti che hanno ordinato ai direttori di filiale, di far sottoscrivere le obbligazioni truffa non informando i risparmiatori sui rischi, sono stati scagionati. Nove assoluzioni, solo quattro condanne. I condannati sono semplici funzionari: 10 mesi di carcere con la non menzione della pena. Tra gli assolti, con formula piena («perché il fatto non sussiste»), i 4 dirigenti Luca Scassellati, Federico Baiocchi De Silvestri, Samuele Fedeli e Luigi Fantacchiotti che secondo l'accusa, il pm Julia Maggiore, costituivano la cabina di regia per spingere dei semplici dipendenti a piazzare titoli a clientela indistinta nascondendone le pericolosità, attraverso un sistema di premi e punizioni. Per questo per loro aveva chiesto condanne tra 2 anni e mezzo e 3 anni di reclusione. Tesi di cui il giudice monocratico Angela Avila non ha però tenuto conto.
Questa era solo la sentenza di primo grado del filone riguardante la truffa sulle obbligazioni azzerate: c'è dunque da attendersi ancora battaglia. «Non ce lo immaginavamo, una roba da rimanere senza parole, il mio telefono brucia, mi hanno chiamato anche persone che non conoscevo per esprimermi la loro rabbia», continua Giorgianni.
Eppure, appena due settimane fa, Giuseppe Santoni, l'ordinario universitario nominato da Banca
d'Italia commissario liquidatore di Banca Etruria, nella sua deposizione in aula aveva lanciato accuse pesanti: «Molti usavano il cda come bancomat per le loro aziende in difficoltà». Ma per il giudice sono tutti innocenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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