Il copione si ripete. Anche dopo le dimissioni del ministro Lorenzo Fioramonti. Come scherzano al Nazareno, con più di una punta di preoccupazione, «il più grande pericolo per la tenuta del governo è il M5s, non Salvini». In un'altra giornata di tensione tra i grillini e il loro ex ministro e di fibrillazione nei gruppi parlamentari, sono cresciuti i sospetti, ciclici, che il capo politico Luigi Di Maio voglia staccare la spina al Conte bis per provare a salvare ciò che resta della leadership e del Movimento, che rischia di essere fagocitato a destra e sinistra. Stretto tra le sirene del nuovo centrosinistra di marca Conte - Zingaretti - Grillo e il corteggiamento del capo della Lega.
La giornata è stata inaugurata da un attacco di Fioramonti al Fatto Quotidiano, giornale vicino al M5s. «Quando le scemenze arrivano ad essere ripetute da giornalisti di primo piano come Marco Travaglio e Andrea Scanzi (il cui lavoro, peraltro, ho sempre stimato), forse è il caso di fare chiarezza». La questione è sempre quella delle restituzioni, di cui si è occupato a più riprese anche Il Giornale già nei mesi scorsi. Il quotidiano di Travaglio, a rimorchio dei vertici stellati, ha accusato l'ex ministro di non restituire parte della sua indennità da deputato. E Fioramonti si è di nuovo giustificato parlando della sua volontà di versare le eccedenze alla Fondazione Tecnopolo Mediterraneo di Taranto. L'ex ministro ha accusato Davide Casaleggio di essere poco trasparente, parlando di «risentimento dei parlamentari e imbarazzo dei gruppi dirigenti per un sistema gestito da una società, il cui ruolo rimane a tutti poco chiaro». Dichiarazioni che sembrano l'antipasto di un addio al M5s. Con un procedimento disciplinare che potrebbe arrivare all'inizio dell'anno nuovo. I vertici, infatti, hanno rinnovato via mail e sul Blog delle Stelle l'invito a tutti i morosi di saldare il conto entro il 31 dicembre, pena il deferimento ai probiviri. Ha scoperto l'esistenza di Casaleggio pure il senatore Mario Giarrusso, che a Repubblica ha detto: «il M5s è guidato da una successione ereditaria».
E proseguono le manovre per la formazione dei gruppi «contiani» in Parlamento. Il premier preferirebbe aspettare che passi la bufera Fioramonti, ma sotto traccia proseguono i contatti. L'ex ministro avrebbe già scelto il nome per la nuova formazione: «Eco», che starebbe per ecologia ed economia. Il deputato del M5s Massimiliano De Toma, in un colloquio con l'AdnKronos, ha detto: «Non mi sento di escludere la possibilità che venga formato un nuovo gruppo o una componente del Misto qualora i numeri ci fossero. Ma nessuna fuga in avanti, per ora». Si parla di «dieci-quindici deputati critici», che comunque sosterrebbero il governo Conte. Nelle stesse ore montava la preoccupazione per un nuovo assalto dei leghisti soprattutto al Senato, dove le truppe di Salvini sono in cerca di grillini scontenti pronti a passare all'opposizione in cambio di un seggio sicuro in caso di elezioni. Anche qui i numeri sono variabili, ma i parlamentari vicini al Carroccio, al momento, sarebbero una decina.
Proprio la paura
dell'implosione, secondo ciò che circola in ambienti dem, potrebbe spingere Di Maio a mettere in difficoltà il governo. Un altro indizio: il M5s in serata fa filtrare un virgolettato: «Abbiamo perso la maggioranza in Cdm».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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