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Per scrivere in italiano Toninelli chiama la Crusca

Il ministro vuole eliminare il «burocratese» dalle comunicazioni. Non bastava un dizionario?

Per scrivere in italiano Toninelli chiama la Crusca

Difficile prevedere adesso per quale merito o quale figuraccia sarà ricordato Danilo Toninelli da Soresina (Cremona), classe 1974, attuale ministro grillino delle Infrastrutture. Forse per essere stato il primo italiano a vincere la battaglia, già ingaggiata mille volte da uomini e donne di governo e di cultura, contro il «burocratese». E cioè quella lingua oscura con cui le istituzioni del nostro Paese comunicano fra loro (e fin qui, passi) e con l'ambiente esterno. E cioè con imprese e privati cittadini, residenti, turisti stranieri e altri forestieri che si trovano a vario titolo sul territorio o che all'estero hanno a che fare con ambasciate e consolati della Repubblica.

Toninelli, infatti, ha annunciato ieri su Facebook, forse anche per festeggiare il suo quarantaquattresimo compleanno: «Sono felice di annunciarvi che abbiamo siglato un protocollo di intesa con l'Accademia della Crusca. Questa antica istituzione ha il ruolo di difendere e valorizzare la nostra lingua e ci darà una mano a migliorare tutte le comunicazioni che ogni giorno vengono diramate dal mio ministero, eliminando, ad esempio, i tecnicismi burocratici inutili. È un tema chiave per me, direi quasi una fissazione».

Ovviamente, da destinatari di quelle comunicazioni, gli auguriamo di avere successo e di eliminare da decreti, circolari, decisioni, pareri, documenti e dal coacervo di atti prodotto dal suo dicastero parole ed espressioni che mandano in estasi estensori la cui ultima preoccupazione, evidentemente, è farsi capire. Tipo «esborso» (spesa), «ottemperare» (rispettare), «obliterare» (annullare o timbrare), «ai fini della concessione dell'autorizzazione» (per autorizzare), «a decorrere dal» giorno tale (dal giorno tale), «opporre il diniego» (rifiutare), «ripetere la somma di x euro» (restituire x euro) eccetera. E ovviamente ci auguriamo anche che il suo esempio sia imitato da tutte le istituzioni pubbliche del nostro Paese. E magari anche dalle aziende private, che a volte danno l'impressione di comunicare con termini che sembrano fatti apposta, detto in parole povere, per fregare il cliente.

Tornando a Toninelli, va preso atto con piacere che la Crusca si sia schierata al suo fianco nello scontro contro il burocratese. Forse però non c'era bisogno di chiedere aiuto all'Accademia. Ormai i vocabolari sono disponibili anche online. Inoltre, la vituperata Prima Repubblica aveva combattuto la stessa battaglia e nel 1993 aveva prodotto il Codice di stile delle comunicazioni scritte ad uso delle amministrazioni pubbliche (Presidenza del consiglio). Qualche anno dopo il Mulino ha pubblicato Manuale di stile. Strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche (a cura di Alfredo Fioritto).

Non era meglio affidarsi al dizionario? O verificare se in passato sul tema era stato fatto qualcosa di buono? Troppo semplice, forse, per Toninelli, dottore in Legge dall'eloquio fantasioso e non sempre corretto (rimorchiatore incrociatore, stessa cosa, «se avrebbe» per «se avesse»).

Un po' come l'Azzeccagarbugli di manzoniana memoria.

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