Politica

Scuola, governo vittima dei sindacati

Bussetti elimina la «chiamata diretta» e placa la fronda anti-Salvini

Scuola, governo vittima dei sindacati

I sindacati hanno vinto la loro battaglia contro la (presunta) meritocrazia. Applausi. Alla faccia della (presunta) «buona scuola» di renziana memoria. Ieri infatti è stato firmato tra Miur e sindacati l'accordo che prevede che il personale docente venga assegnato alla scuola dall'Ufficio scolastico territoriale «attraverso i titoli e il punteggio della mobilità». Torna insomma l'ottusa burocrazia delle graduatorie, con tanti saluti per la «chiamata diretta» prevista dai presidi in favore dei docenti dal curriculum più qualificato. L'accordo, fortemente voluto da tutti i sindacati della scuola, è il primo - avvilente - risultato da quando il neo ministro-fantasma della Pubblica istruzione, il leghista Marco Bussetti, ha occupato la poltrona di via Trastevere. Va detto però che l'impalpabile Bussetti si è ritrovato dinanzi un «patto» giù praticamente stipulato dal suo predecessore: la famigerata Valeria Fedeli

Finisce così alle ortiche un altro tassello della Legge 107/15», uno dei «fiori all'occhiello» della riforma del governo Renzi. Un «fiore», ora appassito, che prevedeva che i professori assunti potessero candidarsi ogni anno alla scuola alla quale ambivano, e che il dirigente scolastico potesse selezionarli in base alle loro caratteristiche e al loro curriculum. «L'idea di fondo - spiegava, a suo tempo, la Fedeli - era che gli istituti potessero scegliere i docenti di cui avevano davvero bisogno, che non dovessero invece subire l'imposizione dall'alto di graduatorie e punteggi».

«Ma questo strumento - hanno sempre ribattuto i sindacati dei docenti - si è ben presto trasformato in un'arma impropria per aumentare la discrezionalità del preside, che in base a simpatie o antipatie poteva decidere chi inserire nel proprio organico e chi no».

L'ex ministra Valeria Fedeli aveva già provveduto a depotenziare la norma, ora Bussetti l'ha definitivamente affossata. L'esordio «decisionista» del ministro, professore in Scienze motorie, non poteva essere peggiore. Basterà questa sua concessione ai sindacati per bloccare la rivolta anti-Salvini che sta montando nel mondo della scuola? Intanto Roberto Saviano fa il prof «supplente» in tv e dalla cattedra dà del «buffone» al responsabile del Viminale, definito addirittura «ministro del malaffare». Quando si dice una didattica moderna..

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