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Scuola, riapertura nel caos. Slitta l'appalto per i banchi

Arcuri allunga i termini dal 30 luglio al 5 agosto. I produttori protestano: una proroga così è inutile

Scuola, riapertura nel caos. Slitta l'appalto per i banchi

Sempre più difficile. La riapertura in sicurezza degli istituti scolastici si palesa quasi come un ostacolo invalicabile verso l'obbiettivo di attrezzare le aule con i nuovi arredi: banchi a rotelle e sedute innovative complementari. In tutto 3 milioni di pezzi. La scadenza della gara che secondo i primi dettati del commissario di governo per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri, doveva essere il 30 luglio è stata posticipata dal manager di 5 giorni. Così anche la firma del contratto di chi si aggiudicherà la commessa scivolerà in avanti, e altrettanto la consegna. Vale a dire che le imprese assegnatarie, con buona pace di famiglie e artigiani, cominceranno a lavorare a Ferragosto. Ma l'associazione di categoria non l'ha presa bene. «Le consegne delle offerte - riporta la nota di Assufficio di FederlegnoArredo - sono prorogate di 5 giorni, ovvero il bando anziché scadere domani 30 luglio scade il 5 agosto. La firma del contratto con l'aggiudicatario o gli aggiudicatari, slittata dal 7 al 12 agosto e i tempi di consegna dal 31 agosto all'8 settembre, con un margine massimo di ritardo nelle consegne che passa dal 7 al 12 settembre, con le relative pesanti penali. Verrebbe da dire - si precisa - tanto rumore per nulla: ma davvero il ministro Azzolina e il commissario Arcuri pensano che slittare di 5 giorni possa essere la soluzione? I quantitativi non sono certo diminuiti e le ore di una giornata non siamo ancora riusciti a moltiplicarle». Di contro Arcuri non si lascia coinvolgere dalle critiche e tira dritto sul programma: «Il fabbisogno richiesto di nuovi banchi è straordinario. La produzione nel nostro Paese è di norma clamorosamente più bassa taglia corto -. La combinazione possibile tra sicurezza e trasparenza è stata finora rispettata, ci riserviamo di vedere quante e quali offerte riceveremo. Credo si sia fatto tutto il possibile fino a questo momento».

Fatto sta che anche sui numeri dei banchi non v'è ancora certezza: fino a oggi, dai territori, ne sarebbero stati richiesti 2 milioni e mezzo e non 3 come richiederebbe il bando per la produzione massima. Vale a dire che la corsa alla messa in opera potrebbe indurre le imprese a produrre mere riserve di magazzino. Ammesso che la fornitura non ricada nelle mani di aziende asiatiche che hanno già dato prova di gestire numeri sempre più importanti. E assieme ai banchi il manager ha messo in campo un'altra serie di azioni che «per il tramite degli uffici del commissario straordinario - si autocita Arcuri - si stanno realizzando». Si parte dalle forniture primarie di 11 milioni di mascherine chirurgiche al giorno destinate agli oltre 40mila plessi sul territorio, oltre a 2 milioni di test sierologici rapidi da somministrare al personale docente e Ata per accertare, con quest'apposito screening, la compatibilità con la presenza nelle scuole a partire dall'inizio dell'anno scolastico.

Non si esclude l'utilizzo di ulteriori dispositivi, ma questi li deciderà l'intero comitato tecnico scientifico.

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