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"Scusa, chi vi ha scelto?". ​Ed è "rissa" tra sardine

Scontro di fuoco tra Mattia Santori e una sardina lucana che ha contestato il leader bolignese dei pesciolini dopo l'incontro col ministro Boccia

"Scusa, chi vi ha scelto?". ​Ed è "rissa" tra sardine

Il fatto è di ieri sera, a Roma. Davanti al ministero per gli affari regionali si sta svolgendo una conferenza stampa on the road di alcuni rappresentanti delle Sardine, appena ricevuti dal ministro Francesco Boccia. La leader calabrese Jasmine Cristallo dice davanti a microfoni e telecamere: “Qui c’è una folta rappresentanza di Sud…” ma qualcuno dalle spalle della “tonnara” di giornalisti la interrompe: “Non c’è la Basilicata però!” e tira fuori una collana di aglio. A quel punto inizia un battibecco nel quale interviene Mattia Santori, leader emiliano: “Hai letto il post che abbiamo fatto su Facebook? Abbiamo citato la Basilicata!”. A quel punto la sardina lucana sbotta: “Ma quale post! Noi dobbiamo andare davanti ai pozzi di petrolio, dove la Total ha firmato un accordo con la Regione Basilicata in cambio di un’elemosina, 14 milioni di euro!”. Il contestatore è Vincenzo Petrone, in arte Klaus Mondrian, regista e scrittore, nato in Basilicata, vive a Roma. Già militante di Rifondazione Comunista, poi del Movimento 5 Stelle e infine tra i fondatori delle Sardine lucane, Petrone inizia a sollevare davanti alla telecamere alcune questioni: “Chi vi Ha delegato a venire dal ministro? Io sono una sardina come voi, qual è il metodo?”. Jasmine Cristallo risponde: “Non c’è una struttura. Questo non sarà un partito”. Ma Petrone incalza: “E chi lo ha deciso?”. La Cristallo: “Il sentimento comune”. E Petrone: “E che si fa politica con i sentiment? Ci siamo fatti fregare dieci anni fa con i 5 Stelle, non ci facciamo fregare oggi da voi”. A quel punto interviene di nuovo Santori: “Chi lo ha deciso che siete rappresentanti delle sardine lucane?”. E Petrone: “Ah già, voi siete un marchio, un franchising, allora ok!”. Santori accusa: “Io sono andato a parlare di Basilicata e di temi che non interessano alla mia regione, l’Emilia-Romagna, e tu sei venuto qui a prenderti la visibilità, le telecamere!”.

Scazzi interni a parte, la vicenda dimostra alcuni processi. Intanto il Movimento delle sardine, nato lo scorso novembre in occasione delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, mostra che una struttura liquida non può reggere a lungo se non si solidifica in un partito o in qualcosa che gli assomigli. Altro dato riguarda una volta di più il programma. Se l’esito mediatico di due incontri con due ministri territoriali, quello per gli affari regionali e quello per la coesione territoriale, è l’Erasmus Nord-Sud, c’è qualcosa che va registrato nell’elaborazione di un programma. Soprattutto nelle regioni del Sud che andranno al voto in primavera, cioè Campania e Puglia.

Altra questione riguarda la formazione politica. La sardina contestatrice Petrone, 52 anni, appartiene decisamente a un’altra generazione rispetto ai giovani leader del Movimento. Mattia Santori ha 32 anni, la calabrese Jasmine Cristallo 38 (ma ha militato in varie formazioni politiche di sinistra), Massimiliano Perna (Sicilia) 40. Vengono da forme di militanza politica contigue alla sinistra, ma contaminate dal boom del Movimento 5 Stelle di questi ultimi dieci anni di storia italiana. In ultimo è la rappresentazione del Movimento delle sardine che, dopo un’elezione “vinta” in un contesto non così impossibile (l’Emilia-Romagna di Stefano Bonaccini) al suo quarto mese di vita, viene già accolto nei Palazzi della politica romana con tutti gli onori. È vero che, andreottianamente, il potere logora chi non ce l’ha.

Ma forse anche un potere conquistato con tanta rapidità può logorare e consumare un soggetto politico così recente. Le polemiche interne seguite alla famosa foto di alcuni leader assieme a Luciano Benetton sono lì a testimoniarlo. Il Movimento 5 Stelle è al governo del Paese e, ammesso che sia a fine corsa, sarebbe durato comunque una quindicina d’anni. Le Sardine mostrano preoccupanti crepe strutturali a corsa appena iniziata.

E in un mare di pescecani come quello della politica italiana, sopravvivere in queste condizioni potrebbe diventare una missione impossibile.

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