Se il governo non mangia per ottenere lo ius soli

Lo ius soli ancora in stand by. Ma c'è chi sciopera per approvare la legge. Tutte le mosse della sinistra per tentare il blitz in Senato

Se il governo non mangia per ottenere lo ius soli

La battaglia continua, all'infinito. Da oggi ministri e parlamentari iniziano lo sciopero della fame (a staffetta) per ottenere la legge che regala la cittadinanza italiana agli immigrati nati nel nostro Paese. "È un ridicolo spot elettorale", ribattono i leghisti attaccando il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che ha aderito all'iniziativa per riportare lo ius soli in parlamento al più presto. Ma il ministro rilancia: "Questo voto è di coscienza individuale dei parlamentari. Se non ci sarà la maggioranza in parlamento amen".

Lo stop allo ius soli

La legge sullo ius soli è arenata da due anni a Palazzo Madama. È approdata in Aula senza che la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama abbia potuto concludere i lavori, a causa della mole di emendamenti presentati. E, a pochi mesi dallo scadere della legislatura, la possibilità che si proceda con la fiducia, magari sostenuta, in modo tecnico, anche da altri gruppi come Sinistra italiana, potrebbe comportare qualche rischio per la maggioranza. Per il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che conta in tutto ventiquattro senatori, è un tema che non può essere affrontato adesso.

Lo sciopero della fame

Per il momento, durante l'ultima conferenza dei capigruppo, la legge sullo ius soli non è stata inserita in calendario. Ma c'è chi vuole tentarle tutte. Anche a digiunare per protestare. Uno sciopero della fame annunciato dal senatore Pd Luigi Manconi che, insieme ai parlamentari Elena Ferrara, Paolo Corsini, Vannino Chiti, Lucio Romano, Sergio Lo Giudice, Walter Tocci, Franco Monaco, Sandra Zampa, Michele Piras, Loredana De Petris, ha raccolto il testimone dell'iniziativa attuata lo scorso 3 ottobre da oltre 900 insegnanti di tante scuole italiane. A non sedersi a tavola ci sono, tra gli altri anche il ministro Delrio, il viceministro Mario Giro, i sottosegretari Benedetto della Vedova, Andrea Olivero e Angelo Rughetti e il presidente della commissione Affari Sociali della Camera, Mario Marazziti. In parlamento sono oltre una settantina i politici che hanno aderito. Fra questi anche quelli di Rete dem.

Le barricate del centrodestra

"Non credo che certe manifestazioni siano utili quando a portarle avanti sono uomini di potere - commenta il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta - posso capire Gandhi che lo fece contro l'impero britannico, ma non capisco un uomo di potere come Delrio che fa lo sciopero della fame contro se stesso e il governo di cui fa parte. Una cosa che non avevo mai visto". "Non si è mai visto che un ministro del partito di maggioranza faccia lo sciopero della fame per qualcosa che non fa il governo di cui lui stesso è rappresentante. Siamo al ridicolo pre elettorale", affonda il capogruppo del Carroccio alla Camera Massimiliano Fedriga. "Se il ministro Delrio e altri vogliono scioperare contro lo ius soli facciano pure, anche se forse, per sensibilizzare maggiormente il Pd, più che l'arma del digiuno il buon Delrio dovrebbe usare quella delle dimissioni: lasci il governo, dia un segnale forte alla sua maggioranza", incalza Roberto Calderoli.

Che,poi, insiste: "Già che ci siamo: a quando uno sciopero della fame per sensibilizzare il governo sulle migliaia di sfollati per il terremoto che da oltre un anno aspettano di vedere mantenute le promesse fatte anche dal ministro Delrio? A quando uno sciopero della fame per chiedere i fondi necessari per mettere in sicurezza i nostri ponti che crollano, per completare strade e autostrade, per migliorare la nostra rete ferroviaria?".

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