Si potrà dire tutto della Gran Bretagna tranne che non sia democratica. Più precisamente: la democrazia è nata lì, nella Grande Isola, e non è mai stata messa in discussione dagli inglesi. Dei quali, pertanto, bisogna avere rispetto: nessuno ha il diritto di bollarli come razzisti, xenofobi, persone inclini ad adottare forme di governo ostili alla tranquilla convivenza dei cittadini. Ciò nonostante, Londra ha assunto una linea talmente dura nei confronti degli immigrati, da aver serrato le porte anche ai comunitari che non abbiano un posto di lavoro.
Considerato che l'Ue non è stata ancora in grado di affrontare il drammatico problema degli arrivi in massa di tanti disperati nel Vecchio Continente, David Cameron ha deciso di proteggere i confini del proprio Paese vietando l'ingresso a qualunque straniero privo dei requisiti, il più importante dei quali è un reddito sicuro che soltanto una occupazione sicura è all'altezza di fornire.
Un provvedimento troppo duro? Forse sì, ma è sempre meglio degli indugi, ai limiti dell'immobilismo, di Bruxelles. Lo sbarramento voluto dal premier è stato criticato da varie Nazioni, inclusa l'Italia, che tuttavia non hanno saputo indicare un'alternativa, cosicché le accuse rivolte all'Inghilterra si sono rivelate sterili, infondate, gratuite. Matteo Renzi e la sua maggioranza di centrosinistra sono in difficoltà; non avranno di certo il coraggio di rivolgere ai sudditi della regina gli stessi insulti lanciati, ogni due minuti, a Salvini e al centrodestra: razzisti, egoisti, insensibili eccetera.
Attribuire ai britannici il desiderio di ascoltare maggiormente i brontolii della pancia che non le ragioni del cuore (e del cervello) sarebbe come ignorare la loro storia di secoli e secoli, sfiorando così il ridicolo.
Non solo. Per leghisti e affini d'ora in poi sarà un gioco difendersi dai progressisti adusi a liquidarli quali sfruttatori, a fini elettorali, degli istinti più bassi del popolo. La strada indicata da Cameron avrà presto molti Paesi pronti a seguirla, essendo l'unica praticabile subito. Dopodiché, se diminuirà la disponibilità di accoglienza in Europa, diminuiranno proporzionalmente le partenze dei disperati che ora si azzardano ad attraversare il mare in quanto consapevoli, stante l'attuale dominio buonista, della tendenza vigente dalle nostre parti ad aprire le braccia a chiunque.
Il fenomeno della migrazione risale alla notte dei tempi e non si è esaurito; le genti sono portate a trasferirsi dove trovano condizioni esistenziali accettabili. E lo spostamento delle masse non è avvenuto e non avviene pacificamente; gli invasori sono animati dall'esigenza di sopravvivere, e gli invasi resistono per non soccombere: il conflitto è inevitabile, come inevitabili sono le violenze. Se uno pretende di entrare in casa mia, è fatale che lo respinga; se insiste, gli chiudo in faccia l'uscio.
Chi non si rende conto di questo, trascura di esaminare, anche soltanto grossolanamente, la storia dell'umanità disseminata di sofferenze e inzuppata di sangue, spesso innocente. Immaginare un mondo imbelle e ospitale, caritatevole nonché generoso è un bel sogno e non un programma politico. Conviene svegliarsi.
L'Inghilterra ha spalancato gli occhi: stop agli ingressi dei forestieri, niente euro, no agli accordi di Schengen, diffidenza verso l'Ue, referendum nel 2017 per scegliere se rimanere in Europa o togliere il disturbo. Questa è avvedutezza ed esercizio non platonico della democrazia. Noi dormiamo: siamo buoni e un po' stupidi. Salàm.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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