"Senza green pass si chiude ancora" Così il premier non vuole sciupare i risultati ottenuti

"L'economia va bene e dobbiamo raggiungere 60 milioni di dosi." "L'obbigo sui luoghi di lavoro ? Ci stiamo pensando è complesso."

"Senza green pass si chiude ancora" Così il premier non vuole sciupare i risultati ottenuti

Mario Draghi mette la faccia sulla nuova stretta, contenuta del decreto Covid, varato ieri dal Consiglio dei ministri, per bloccare la diffusione della variante Delta in Italia.

Una conferenza lampo. Tempi contingentati: 40 minuti e domanda singola concessa per ogni giornalista. Si corre. È il segnale di un cambio di registro e azione a Palazzo Chigi: poche parole. Fatti e provvedimenti.

Il premier, prima di concedersi alle domande dei giornalisti, va subito al cuore del provvedimento: l'introduzione del green pass. Che nelle ultime settimane è stato anche il terreno di scontro tra le forze di governo. Draghi difende la misura. Anzi, ne evidenzia l'imprescindibilità: «Il green pass non è un arbitrio ma una condizione per tenere aperte le attività economiche».

Messaggio chiaro, che chiude le polemiche. Il capo del governo, con un pizzico di orgoglio, rivendica i risultati ottenuti fino ad oggi: «L'obiettivo di Figliuolo di almeno 60 milioni di dosi entro il 20 luglio è superato. Abbiamo somministrat

o 105 dosi ogni 100 abitanti, come la Germania, più di Francia e Stati Uniti. L'80% dei settantenni ha completato la vaccinazione, la pressione sugli ospedali è fortemente diminuita, i decessi sono diminuiti: 21 decessi contro quasi 400 di 4 mesi fa».

Un ottimismo che si estende anche ai dati economici: «L'economia italiana va bene, si sta riprendendo, va meglio di altri Paesi ma la variante Delta del virus è minacciosa, si espande molto più rapidamente di altre varianti. Senza reagire subito quello che vediamo succedere in Spagna e in Francia potrebbe accadere anche in Italia, per questo motivo occorre agire».

L'obiettivo della conferenza - come anticipato dal Giornale nei giorni scorsi - è quello di rassicurare. Parlare agli italiani per allentare la tensione. Ma soprattutto sgombrare il campo dal timore di nuovi lockdown. La stagione estiva è alle porte. Il premier ammette che c'è un cauto ottimismo: «L'estate è già serena e vogliamo che rimanga tale. Il green pass è una misura con i quali i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose. È una misura che dà serenità, non che toglie serenità».

Poi l'affondo contro i no vax: «L'appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore». «La prudenza sui vaccini ai minorenni non è un invito a morire», replica Salvini in serata. Draghi non chiude le porte alla proposta (obbligo del green pass sui luoghi di lavoro) lanciata da Confindustria: «Ci stiamo pensando, è una questione complessa e da discutere anche con i sindacati». Restano aperti altri due capitoli: la scuola e i trasporti.

«A breve - assicura il presidente del Consiglio si interverrà». Scuola, trasporti e lavoro che sono rimasti fuori dal decreto approvato oggi «verranno affrontati molto rapidamente dalla settimana prossima, forse l'altra. Richiedono provvedimenti specifici, sono molto complessi» precisa Draghi. Un altro obiettivo fissato dal premier è il rientro in presenza per settembre: «L'obiettivo è di avere tutti a scuola in presenza ad inizio della scuola.

Tutto quello che è necessario fare per assicurare questo obiettivo verrà fatto ed è in parte fatto». Stesso discorso per i dipendenti della Pubblica amministrazione: «Questa è una questione che sta affrontando Brunetta, ma farà parte dell'area del lavoro che non abbiamo ancora toccato».

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