RomaPiù di una famiglia su dieci è in difficoltà con i pagamenti relativi alle casa. Tre milioni di nuclei familiari che stentano a rispettare gli impegni sulle rate del mutuo o dell'affitto oppure sul pagamento delle utenze domestiche. Dati diffusi ieri dall'Istat, lontani dalla narrazione ottimistica di chi vede la fine della crisi.
Nel dettaglio le percentuali sono queste. Il 10,2% delle famiglie si è trovata in ritardo con i pagamenti delle bollette per le utenze. I ritardi sugli affitti riguardano il 16,9 per cento delle famiglie, «solo» il 6,3% sui mutui da pagare. Quest'ultimo dato che farebbe pensare a ritardi dovuti a negligenza (è più difficile saltare le rate del mutuo di quelle dell'affitto). Ma non è così. L'istituto di statistica precisa che «l'esposizione delle famiglie al ritardo nei pagamenti delle spese per la casa si associa nettamente all'onerosità delle spese stesse e, in particolare, alla loro incidenza sul reddito disponibile». L'affitto o il mutuo pesano sulle tasche dei redditi bassi e incidono sul budget famigliare per il 45,5%.
«I dati dell'Istat sull'aumento delle spese per la casa dimostrano, da un lato, quanto importante sia stata la decisione di eliminare la tassazione sulla prima casa e, dall'altro, quanto urgente sia accompagnare tale intervento con l'adozione di misure che favoriscano l'affitto, attraverso una almeno parziale detassazione degli immobili locati», ha commentato il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.
Conferme indirette delle difficoltà legate ai mutui arrivano invece dall'Abi. Proprio ieri l'associazione delle banche ha comunicato che tra il novembre 2009 e il 2015 sono state sospese le rate dei mutui a 123.630 famiglia, nel quadro delle iniziative «Sospensione dei pagamenti delle rate di mutuo» e «Fondo di solidarietà dei mutui per l'acquisto della prima casa».
Pesano i rincari. E, sempre ieri, a darne conto è stata Confesercenti. I rincari delle tariffe dal 2011 al 2015 sono aumentati quasi del 10%. Solo nell'ultimo anno il rincaro è stato dello 0,4%. Meno del 2014, ma molto più dell'inflazione. Colpisce che ad aumentare siano stati soprattutto i costi di acqua, cresciuti dell'8,8% rispetto al 2014. Nonostante si tratti di un servizio ancora prevalentemente pubblico e che lo stesso servizio lasci a desiderare, come dimostra il caso di Messina.
In una panoramica su dove vanno a finire i soldi degli italiani non possono mancare le tasse. E infatti, sempre ieri, la Cgia di Mestre ha messo in fila tutti i tributi che gravano sulle spalle degli italiani.
Sono circa 100 tasse che costano, circa otto mila euro all'anno a ogni italiano. Che arrivano a 12mila euro, se si comprendono i contributi.Tra tasse, imposte e tariffe, insomma, nel portafogli degli italiani restano pochi euro per i consumi.
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