Coronavirus

Serbia, Montenegro e Kosovo: si allunga la black list anti-Covid

L'annuncio del ministro Speranza: "Divieto di ingresso e transito a chi è stato lì negli ultimi 14 giorni. Dobbiamo difendere i progressi fatti finora"

Serbia, Montenegro e Kosovo: si allunga la black list anti-Covid

La lista dei Paesi a rischio per la pandemia di coronavirus si allunga giorno dopo giorno. Dallo scorso 9 luglio è stato vietato l'ingresso in Italia alle persone che negli ultimi 14 giorni erano state in Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica dominicana. E ora l'elenco anti-Covid si arricchisce di altri tre Paesi.

"Ho firmato una nuova ordinanza che aggiunge Serbia, Montenegro e Kosovo alla lista dei Paesi a rischio", ha annunciato questa mattina su Facebook Roberto Speranza. Il ministro della Salute ha quindi aggiunto che "chi è stato negli ultimi 14 giorni in questi territori ha il divieto di ingresso e transito in Italia. Nel mondo l'epidemia è nella fase più dura. Serve la massima prudenza per difendere i progressi che abbiamo fatto finora".

L'ordinanza firmata dal ministro prevede il blocco di ogni tipo di viaggio: voli, treni e tutti gli altri mezzi di trasporto per il collegamento da e per i tre Paesi dell'Est Europa saranno fermati fin da subito. Ad oggi quindi lo stop riguarda in totale ben 16 Stati dove l'emergenza sanitaria non è ancora finta. Chiusure necessarie per evitare che il Covid-19 torni a circolare in Italia per colpa dei casi importati. È già successo, ad esempio, a Fiumicino e Cesena dove poche settimane fa alcuni bengalesi di ritorno da Dacca hanno fatto scoppiare due focoai mettendo in allarme il Paese intero. Le autorità italiane hanno subito imposto lo stop ai voli dal Paese del sud-est asiatico rimpatriando anche ci ha cercato nei giorni successivi di aggirare i controlli arrivando dal Qatar. E da quel momento la lista dei Paesi a rischio si è allungata.

Al momento quindi, l'ingresso in Italia è limitato e deve rispettare certi parametri. In particolare, come riporta il Corriere, ci sono quattro fasce che suddividono i Paesi di provenienza. Via libera ai cittadini dell'area Schengen (Ue, più Svizzera, Norvegia e Islanda). Gli arrivi da altri Stati extra Ue è consentita invece solo per ragioni di lavoro o salute e permane l'obbligo di quarantena fiduciaria. Fanno eccezione però 12 Paesi dai quali l'ingresso è libero (Marocco, Algeria, Tunisia, Georgia, Canada, Uruguay, Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e Ruanda). Porte aperte anche dalla Cina, ma solo nel rispetto del criterio di reciprocità.

Infine c'è la lista dei Paesi a rischio dai quali è vietato l'arrivo e il transito.

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