Da parte delle due studentesse statunitensi che la notte tra il 6 e il 7 settembre scorso, a Firenze, hanno denunciato di essere state violentate da due carabinieri in servizio non vi fu alcuna «macchinazione» ed è «estremamente verosimile l'ipotesi che i rapporti sessuali siano stati consumati contro la volontà o comunque senza un consapevole e percepibile consenso delle due ragazze». Lo scrive il gip del tribunale di Firenze, Mario Profeta, nell'ordinanza con cui ha rigettato la prima richiesta di incidente probatorio avanzata dalla Procura per ascoltare le due presunte vittime e ha rigettato la richiesta del pm Ornella Galeotti di interdizione per un anno nei confronti dei due militari accusati (Marco Camuffo ,44 anni e il carabiniere scelto Pietro Costa di 32), ritenendo sufficiente la sospensione dal servizio disposta dall'Arma perché «il clamore internazionale della vicenda non rende plausibile l'ipotesi di un rientro in servizio dei due indagati». Il provvedimento non è più segreto visto che gli atti sono stati depositati e consegnati agli avvocati difensori oltreché alle parti offese. Pur rigettando le due richieste della Procura, il gip ritiene che gli indizi contro i due militari siano «gravissimi».
L'ordinanza ripercorre i fatti di quella notte attraverso il racconto delle due ragazze, una delle quali dice di aver subito violenza nell'ascensore del palazzo dove si trova il loro appartamento, dopo essere state accompagnate a casa dai due militari con l'auto di servizio, mentre l'altra dice di aver subito violenza dall'altro carabiniere, spinta contro il davanzale di una finestra. Diversa la versione dei militari che davanti al pm hanno ammesso di aver avuto dei rapporti sessuali con le due giovani studentesse ma sostengono che le giovani fossero consenzienti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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