La sfida delle infrastrutture nel manifesto di Fi

Tra i punti un piano decennale delle opere pubbliche e la revisione del codice degli appalti

La sfida delle infrastrutture nel manifesto di Fi

dal nostro inviato a Giovinazzo (Bari)

Un piano infrastrutturale per il rilancio dell'Italia, della sua economia, della sua logistica e della sua sicurezza. Con una pianificazione che guardi al futuro, ma riprenda esperienze di successo di un recente passato. Su tutte la Legge Obiettivo e il Project Financing del governo Berlusconi grazie a cui sono state realizzate opere importanti come il Passante di Mestre, la terza corsia del Raccordo Anulare di Roma, il completamento della Salerno-Reggio Calabria, la Palermo-Messina.

Il manifesto per le infrastrutture di Forza Italia viene presentato a Everest 2018. È frutto del lavoro di due ingegneri come Alessandro Cattaneo e Diego Sozzani, capogruppo in Commissione Trasporti e nella vita ingegnere idraulico. Il tutto con la supervisione di Maurizio Gasparri. Ma anche di Anna Maria Bernini, Mariastella Gelmini, Renato Schifani e Antonio Tajani. «Le infrastrutture sono una sfida non rinviabile e questo piano rappresenta una visione del Paese - spiega Cattaneo - un Paese che vuole guardare al futuro deve investire, credere nella progettazione e nella riqualificazione delle sue infrastrutture nel rispetto dell'ambiente». Nel manifesto, molte le proposte a partire dal «piano Toti per Genova», con l'abbattimento del ponte Morandi e la ricostruzione entro il 2019 a carico di Autostrade. E poi: piani di controlli mirati per verifiche e messa in sicurezza; nuove partnership pubblico-privati, per sviluppare la finanza di progetto; una nuova «legge obiettivo 2020» per una semplificazione amministrativa; un piano decennale delle opere pubbliche e ancora una revisione completa della riforma del codice degli appalti nella direzione della semplificazione ed esclusione delle spese per investimenti in infrastrutture dal rapporto deficit/pil. «Vogliamo rivedere il sistema delle concessioni, rivisitandolo ma sempre nella logica pubblico-privato», aggiunge Schifani. Tra i punti proposti, anche una politica di incentivi al cittadino come i bonus per il sisma, per l'efficientamento energetico e per le ristrutturazioni. «Non dobbiamo dimenticare che molto di ciò che si è costruito negli ultimi 17 anni è figlio della Legge Obiettivo di Berlusconi, una legge figlia di una visione positiva del Paese del tutto diversa dall'impostazione del no a ogni costo di oggi», aggiunge Cattaneo. Nel dibattito in cui FI presenta il progetto con cui riattivare il motore inceppato delle infrastrutture c'è anche chi, come Osvaldo Napoli, fa notare che il declino del nostro patrimonio è anche legato al taglio di 22 miliardi ai Comuni avvenuto negli anni. Schifani, invece, aggiunge una considerazione politica: «Dinanzi a questo quadro incerto dell'alleanza dobbiamo parlare meno di Lega e più di Forza Italia. Dobbiamo parlare delle proposte per radicare le nostre idee nell'elettorato e in quei milioni di italiani che si rifugiano nell'astensione».

Renato Brunetta, invece, ricorda che se quanto enunciato a Giovinazzo è stato sottoposto al vaglio degli italiani alle elezioni, discorso diverso riguarda ciò che il governo gialloverde sta mettendo in campo: «Quello che stanno realizzando nel cosiddetto contratto, non ha mai ricevuto l'avallo del popolo sovrano perché il programma che è stato votato alle urne è quello del centrodestra unito in 10 punti. Qui siamo ai limiti dell'eversione democratica».

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