"Sgradita agli islamici", coperta la statua

Comparso un drappo sulle nudità di Epaminonda. Via pure un quadro

"Sgradita agli islamici", coperta la statua

Dopo gli scatoloni dei Musei capitolini, ecco il «pareo» di Epaminonda. Due anni fa le artistiche nudità delle sale romane furono oscurate per non urtare la suscettibilità del presidente iraniano Hassan Rouhani. Stavolta una statua del politico e militare tebano Epaminonda, in un teatro di Cario Montenotte (provincia di Savona) è stata coperta dalla vita in giù con lungo un drappo rosso, applicato a quanto pare dalle zelanti associazioni musulmane che sulla riviera ligure partecipavano a un convegno sul dialogo interreligioso organizzato dalla confederazione islamica italiana insieme alla federazione islamica ligure.

È stato il restauratore della statua Mario Capelli Steccolini, a dare notizia dell'intervento censorio, riconducendolo a questo delirante senso del pudore: «Hanno coperto Epamindonda», ha scritto l'artista. Poi è emerso che è stato tolto anche un quadro, che a quanto pare raffigurava una donna con la schiena scoperta. «Sia chiaro - ha precisato lo scultore poche ore dopo - Epaminonda è stato coperto dai musulmani per esigenze loro cerimoniali, il quadro l'ho tolto io a loro richiesta. L'amministrazione non ha colpe». Imbarazzata, e imbarazzante, la ricostruzione dei rappresentanti islamici: «Nessuna censura», ha replicato Chams Eddine Lahcen, presidente della comunità musulmana valbormidese e della federazione islamica della Liguria. «Ho coperto io la statua - ha ammesso - ma soltanto per esigenze cerimoniali e per poche ore. Stonava con l'ambientazione marocchina». Nel tentativo di metterci una pezza, stavolta solo metaforica, Lachen è andato oltre: «Il nostro islam è moderato - ha detto il leader islamico locale - e questa polemica ci ferisce. Abbiamo organizzato un dialogo interreligioso per avvicinare tutti. Non ci permettiamo di coprire statue per motivi culturali». Il sindaco di Cairo Montenotte Paolo Lambertini, ha preferito minimizzare, parlando semplicemente di un «malinteso»: «La comunità islamica ha affittato una sala per un evento volto a favorire l'integrazione». Ma se perfino l'arte finisce per essere menomata, più che della tanto decantata «integrazione» si dovrebbe parlare di sottomissione.

Il caso di Savona, come detto, non è il primo nel suo genere. Il presidente iraniano, nel suo viaggio in Italia due anni fa, aveva ottenuto di tappare con assurdi pannelli le statue dei Musei capitolini, aprendo un rimpallo di responsabilità nel governo italiano. E questo malinteso «rispetto» sembrava il paradossale destino della sinistra italiana, libertaria a giorni alterni.

La ministra degli Esteri Ue Federica Mogherini era corsa a capo coperto a Teheran a presenziare all'insediamento del secondo mandato dello stesso Rohani. E la presidente della Camera Laura Boldrini, raggiante quando indossava un velo nella moschea di Roma, si era invece presentata in sandaloni e zeppe all'incontro con il Papa.

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