Show di Lapo e tocco magico di Cracco Ecco «Garage Italia», officina delle alchimie

Bar, ristoranti, scocche di Ferrari e caschi di piloti nell'ex Agip di Mattei

Show di Lapo e tocco magico di Cracco Ecco «Garage Italia», officina delle  alchimie

Quando sui dice la ricetta perfetta. Ovvero: mescolate il guru dei masterchef Carlo Cracco, un personaggio controverso quando eternamente trendy come Lapo Elkann, il più gettonato tra gli architetti Michele De Lucchi, e il successo è garantito. Nella Milano post Expo, il palcoscenico delle grandi occasioni è tutto in un garage, anzi il Garage Italia, suggestiva architettura anni '30 fatta tornare a nuova vita dal formidabile terzetto dopo anni di abbandono. Un progetto di cui si parla da tempo ma che finalmente è stato inaugurato in pompa magna, in un scenario che fonde il design ai motori, il life style alla ristorazione. Vestito in completo giallo canarino, Lapo ha mostrato agli astanti la concretizzazione della sua idea di un'officina dedicata «al bello e al buono»; laddove il bello è rappresentato dalla velocità tra terra, mare e cielo, ovvero da qualsiasi mezzo sia possibile «customizzare», cioè personalizzare dalla carrozzeria agli interni. Il buono, ovviamente, sta tutto nelle ricette dell'ubiquo masterchef che, in un ristorante dominato da una pista di macchinine formula uno e un bancone dalla forma della mitica Ferrari 250 GTO, ha inventato un menù a forma di contagiri. I nomi dei piatti in carta vanno dalle «Tagliatelle Mille Miglia» al «Risotto dell'Avvocato», dalla tart tatin «Parigi-Dakkar» al cannolo «Triangolo delle Bermuda».

Sullo sfondo dell'officina rimessa a nuovo, Lapo mostra orgoglioso la sua scrivania al centro della «materioteca», ovvero la biblioteca di colori e fantasie sartoriali che potranno decorare tutto ciò che si muove, auto o moto, yacht o elicotteri. «Ma se son tornato al lavoro - rassicura l'enfant terrible della famiglia Agnelli - è per far sognare il pubblico con tutto il meglio che il mio Paese sa offrire: alto design ma anche enogastronomia, arte contemporanea ma anche aziende di eccellenza, come quelle che hanno permesso di realizzare questo spazio meraviglioso».

Nei 1.700 metri dell'ex stazione Agip nata negli anni '50 sotto l'egida di Enrico Mattei, si apre un percorso «esperienziale» tra officina-showroom, bar e bistrot costellato di icone della velocità come il celebre motoscafo Riva, un piccolo aereo posato su una pensilina, il muso di una Ferrari scolpito a mano, un manichino con il casco e la tuta originale di Ayrton Senna, le poltrone in pelle verde e blu che, sottolinea Lapo, «ricordano la prima Ferrari di mio nonno, l'avvocato Gianni Agnelli». Il colore dominante scelto dal creativo imprenditore è il Blu Navy «che brevetterò, come pure l'Azzurro Lapo».

All'architetto De Lucchi il compito di raccontare la nuova folgorante esperienza al fianco di Lapo che gli fanno rievocare persino il futurista Marinetti: «Io che sono la lentezza in persona, con lui ho sperimentato il brivido della velocità». Si parte.

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