Referendum sulle Autonomie

Si inceppa il voto elettronico: le "chiavette" frenano lo spoglio

Nei seggi pochi problemi ma lo scrutinio si blocca. Maroni: "Il sistema ha funzionato bene, colpa del fattore umano"

Si inceppa il voto elettronico: le "chiavette" frenano lo spoglio

La vera sorpresa del referendum? Nella capitale italiana della tecnologia il voto elettronico fa flop. Chiavette arrivate vuote al centro di raccolta dati di via Gian Battista Vico, sede della Direzione sistemi informativi e Agenda Digitale del Comune di Milano, buste recapitate senza supporti Usb, dati illeggibili, touch screen insensibili, stampanti fuori uso, agenti della polizia locale costretti a fare avanti e indietro dai seggi per cercare di recuperare i dati mancanti, presidenti di seggio «ostaggi» delle operazioni di scrutinio fino a notte fonda. Cronache milanesi della nottata elettorale per il referendum per l'autonomia della Regione Lombardia. Verbali di presidenti che denunciano irregolarità nella consegna delle voting machine arrivate nei seggi senza sigilli e con le chiavette già inserite e macchine non inizializzate.

Le operazioni di raccolta dati e di scrutinio si sono inceppate più volte e hanno rallentato lo scrutinio tanto che alle 19.30 di ieri mancavano ancora all'appello i voti di quasi duecento tablet. L'errore umano e l'errore tecnico sovrapposti, l'esiguo numero di tecnici a disposizione di presidenti e segretari di seggio alla vigilia del referendum, la scarsa preparazione dei tecnici e la mancanza di formazione adeguata per i responsabili de seggi, che hanno dovuto ricorrere al fai da te per assemblare il sistema hanno trasformato quella che avrebbe dovuto essere una rivoluzione tecnologica in un caos. «Se il voto fosse stato cartaceo - il mantra dei presidenti di seggio - avremmo finito molto prima. Si trattava solo di contare i Sì, i no e le schede bianche, sarebbe stato semplice e veloce». Carta batte computer 10 a zero, viene da dire.

Nella centrale di via Gian Batista Vico, appunto, dove i vigili hanno consegnato le 2.500 chiavette provenienti dai seggi delle 1.200 sezioni della città di Milano solo 28 addetti all'inserimento dei dati si sono trovati a gestire difficoltà e problemi tecnici a non finire. «Sono state più le anomalie che le cose che hanno funzionato - racconta un vigile con anni di scrutini alle spalle - a dirla tutta sono stati persi qualche centinaio di voti perché in alcuni casi dalle voting machine non è uscito nulla, né dalle chiavette né dai report stampati».

Così se il Movimento 5stelle, che aveva messo il voto elettronico come pregiudiziale per il sì in Consiglio regionale al referendum, parla di notizie «usate strumentalmente per denigrare la sperimentazione del voto che in tutte le sedi, tranne che nel Comune di Milano, ha funzionato senza problemi. Perché solo il Comune di Milano ha creato quest'impasse?». Per il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni «è andato tutto perfettamente. Abbiamo avuto un problema con 300 chiavette su 24mila tablet. Il sistema ha funzionato in piena sicurezza e i paventati attacchi hacker non si sono visti». Tanto che «preparerò per il ministro dell'Interno Marco Minniti una relazione dettagliata e gli chiederò che questo sistema venga usato in futuro già per le prossime elezioni» politiche e regionali. Maroni ha spiegato che la prima criticità è stato il «fattore umano»: «Da una parte perché in alcuni seggi il presidente ha digitato su più tablet lo stesso pin e questo ha bloccato l'apertura delle chiavette, anche se il voto è stato regolare». Il secondo problema è stato «che alcune macchine hanno iniziato le operazioni in modalità test invece che in modalità voto», anche se «il voto è stato comunque registrato, quindi non ci sono problemi di conteggio».

«Abbiamo avuto difficoltà di rendicontazione per questioni tecniche - spiega ancora l'assessore Gianni Fava, coordinatore dell'azione della giunta regionale per il referendum - perché è stato necessario l'intervento di un tecnico che andasse a estrapolare i dati contenuti nella memoria rigida della macchina e li riportasse a verbale».

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