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La sinistra insorge: "La legge Mancino non si tocca"

L'idea del ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana, di cancellare la legge Mancino, fa arrabbiare deputati e senatori della sinistra. Pd e Leu chiedono a Salvini di riferire subito in Parlamento per dire se è un'iniziativa personale o del governo

La sinistra insorge: "La legge Mancino non si tocca"

Le parole del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, che ha auspicato l'abrogazione della legge Mancino, non sono per nulla piaciute alla sinistra. I gruppi del Pd e di Leu alla Camera hanno chiesto la convocazione urgente del ministro dell'Interno Matteo Salvini, affinché spieghi, in Parlamento, se la dichiarazione del ministro sia frutto di un'opinione personale o se è un'intenzione, che prelude a conseguenti azioni politiche, condivisa dal governo.

"È necessario - ha dichiarato Emanuele Fiano a nome del Pd - che sia Matteo Salvini a riferire in Parlamento, giacchè la legge Mancino afferisce ai compiti propri del ministro dell'Interno. Vorremmo sapere in sostanza se è un proponimento personale del ministro della Famiglia o se il governo abbia effettivamente intenzione abrogare un testo così significativo e necessario. Consideriamo gravissima la presa di posizione del ministro della Famiglia, dato che in Europa, tutti i Paesi, hanno una legge analoga per combattere razzismo, fascismo e discriminazione". Nell'associarsi alla richiesta e nel definire di "gravità assoluta" le affermazioni del ministro della Famiglia, il capogruppo di Leu Federico Fornaro, ricorda che il proposito di abolire la legge Mancino "è l'ultima cosa da fare in questo momento. Auspichiamo che quella di Fontana sia una posizione personale e non un atto che il governo si appresta a fare".

"E ora è arrivato il ministro Fontana che propone di abolire la legge Mancino. Perché a questo governo fascisti e razzisti evidentemente piacciono - scrive su Twitter Matteo Orfini, presidente del Partito democratico -. Perché di questo governo razzisti e fascisti evidentemente sono parte".

"Caro Ministro Fontana - scrive su Twitter il deputato di LeU Stefano Fassina - non siamo globalisti, né cosmopoliti. Siamo per patriottismo costituzionale. Patrioti partigiani. Patria e Costituzione: quindi, Patria anti-fascista. Lasci stare Legge Mancino. Aiuti le 600.000 famiglie in povertà assoluta al Sud".

"È un governo sempre più nero - tuona su Twitter il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci -. Il ministro della Famiglia (sic) Fontana ora propone di abolire la legge Mancino che vieta l'apologia di fascismo. La cosa grave è che non si tratta di un colpo di sole di un ministro un po' strambo".

"Alla fine, gratta gratta, nei ministri di questo governo non emerge solo l’oscurantismo dei propri pregiudizi, ma anche la cultura fascista che li contraddistingue - afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali -. Il ministro Fontana, almeno non è ipocrita: riconosce con le proprie parole strampalate contro le norme della Legge Mancino di essere un razzista e un fascista. Tutto qui"

"Inaccettabili le parole del ministro Fontana sull’abolizione della legge Mancino - si legge in un tweet del coordinatore nazionale di Mdp, deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza -. L’Italia è una repubblica democratica antifascista e antirazzista. Chi non lo ricorda non è degno di fare il ministro".

"La legge Mancino è uno strumento necessario per combattere i rigurgiti di fascismo e antisemitismo", afferma in una nota Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma. "Grazie alla normativa vigente è stato possibile per la magistratura individuare e colpire i gruppi neonazisti che progettavano azioni antisemite come avvenuto per Militia e per Stormfront i cui protagonisti, che progettavano anche di colpire fisicamente membri della Comunità Ebraica,sono stati arrestati e condannati in virtù di questa legge. Se si accetta l’incarico di Ministro della Repubblica di questo Paese lo si deve fare coscienti della storia e della responsabilità evitando boutade e provocazioni stupide.

Sopratutto a ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali sarebbe bene comprendere come combattere le discriminazioni invece che strizzare continuamente l’occhio ai neofascismi".

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