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La sinistra italiana si esalta e prepara lo strappo col Pd

Vendola esulta per Tsipras: "Grazie Alexis". E propone di inglobare a Sel la fronda dem grazie al vecchio trucco della doppia tessera. Ma i programmi, più che anti Ue, sono quelli anti Cav degli anni '90

La sinistra italiana si esalta e prepara lo strappo col Pd

Roma - Spruzzate di antiberlusconismo d'annata per rimotivare la truppa e promesse di rivoluzioni alla greca per sognare, più che la conquista del governo come ad Atene, la rivincita su Matteo Renzi. Il mondo che sta a sinistra del premier, compreso un pezzo di Partito democratico, si è dato appuntamento a Human Factor , la tre giorni di Sel, con l'intento nemmeno troppo nascosto di accelerare la scissione nel Pd, magari utilizzando il marchio dell'ultima sinistra vincente, quella di Tsipras.

La formula trovata ieri da Nichi Vendola per localizzare l'esperienza greca è un combinato disposto tra un vecchio cavallo di battaglia dei Radicali, la doppia tessera di partito, e un sempreverde della sinistra movimentista, il coordinamento.

«Possiamo prefigurare la nascita di un coordinamento fatto da rappresentati di tutti coloro che sono interessati a questo processo. In questo coordinamento dovrà essere consentita la doppia militanza, ognuno con la sua tessera», ha spiegato il leader di Sel. Una sorta di soluzione ponte per non mettere in difficoltà la sinistra del Pd, ma facilitare la scissione.

Perché da un lato Pippo Civati ha già aderito con entusiasmo («È da tempo che anche io propongo l'idea della doppia tessera»), visto che nel Pd non si sente più a suo agio. «Non è stata una settimana facile per me, sono stato un po' preso di mira. Qui mi sento a casa, mi sento tra compagni e amici», ha detto alla convention di Sel. Ma dall'altro l'opposizione interna al segretario e premier non vuole fornire a Renzi l'alibi per stringere un'alleanza più solida sulle riforme con il centrodestra. Gianni Cuperlo, ad esempio, è prudente. «Tradizionalmente la doppia tessera, come per i sindacati ed i radicali, non porta bene. Mediamente c'è una tessera. Concentriamoci sui contenuti per costruire questo percorso, poi vedremo».

I contenuti per il momento, più che il programma quasi anti europeista di Syriza, sembrano quelli della sinistra italiana anni Novanta. Il coordinamento, ha spiegato Civati, sta già lavorando «su molte iniziative come il conflitto d'interesse o la legge elettorale».

Il vero banco di prova della sinistra (e sul versante opposto per Renzi) resta però l'elezione del Presidente della Repubblica. «Noi abbiamo il passaggio del Quirinale e lo affrontiamo con un giudizio negativo perché il potere di Renzi ha quasi del tutto cannibalizzato il potere legislativo. Il parlamento è solo un votificio. Non come Berlusconi, ma molto oltre. Il Parlamento non ha più alcuna autonomia», è l'accusa di Vendola al Presidente del Consiglio.

Da qui l'esigenza di mettere insieme l'opposizione di sinistra al governo del premier Renzi e l'opposizione, dentro il Pd, al segretario Renzi. «Noi da oggi intendiamo far partire un processo, mettere in campo esperienze che possano associare le tante anime della sinistra perché c'è un bisogno drammatico di sinistra», è la formula utilizata da Vendola.

Il tentativo è, appunto, quello di sfruttare il successo di Syriza. «La Grecia manda un messaggio straordinario: è da sinistra che si cambia l'Europa. Grazie Alexis, grazie compagni e compagne greci: una speranza contro la stupida e cinica politica dell'austerity», ha twittato Vendola.

Alla convention non c'era Sergio Cofferati, anche se ha mandato un messaggio (in stile presidente della Repubblica) nel quale fa appello ai «valori identitari e condivisi. Lo faremo insieme, ne sono certo. Un'altra storia è vicina». A differenza della sinistra greca, nella Syriza italiana ci sono anche i comunisti, il Prc di Paolo Ferrero. Ma manca all'appello il Movimento cinque stelle. Con il M5s il progetto avrebbe avuto qualche chance, anche elettorale. Così come era ieri, la sinistra del «fattore umano» sembra la stessa di 30 anni fa.

Stesse parole d'ordine, stesse facce, stessa vocazione minoritaria.

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