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La sinistra marcia divisa pure sull'utero in affitto. E tra i dem crescono i no

Emendamento di +Europa per la maternità solidale. Ma molti nel Pd non lo condividono

La sinistra marcia divisa pure sull'utero in affitto. E tra i dem crescono i no

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La sinistra italiana in crisi e alla ricerca di una propria identità si trova a fare i conti con un nuovo tema che divide il mondo progressista: l'utero in affitto.

In questi giorni arriva alla Camera la proposta di legge di Fratelli d'Italia per rendere l'utero in affitto reato universale e la sinistra si spacca sugli emendamenti presentati da Riccardo Magi di Più Europa e firmati insieme al deputato Benedetto Della Vedova e a Giulia Pastorella (Azione). Gli emendamenti alla proposta di legge sulla maternità surrogata come reato universale prevedono di regolamentare la gravidanza solidale per altri in Italia, abrogare il carcere (anche per il personale sanitario) previsto dalla proposta di legge Varchi anche qualora la maternità surrogata sia messa in pratica all'estero e riconoscere lo status di figli, ai fini della trascrizione, ai bimbi nati da maternità surrogata anche all'estero.

Secondo Magi: «Se non dici no anche al reato in Italia, di fatto, stai dicendo alle persone di continuare ad andare all'estero, allora è giusto fare una scelta. Noi siamo convinti che la regolamentazione sia il modo più efficace per contrastare abusi e commercializzazione». Ieri il parlamentare di Più Europa ha rivolto un appello sui social agli altri partiti di centrosinistra: «Noi ci aspettiamo che tutte le forze politiche progressiste e liberali votino a favore di questi emendamenti perché è necessario proporre un'alternativa netta alla follia del reato universale che questa destra ci propone». Eppure le acque all'interno del Partito Democratico sono molto agitate al punto che ieri il segretario Elly Schlein ha chiesto una riunione ai suoi deputati con ordine del giorno del capogruppo Chiara Braga sulla gestazione per altri. Il nodo del contendere non è tanto la proposta di renderla reato universale (su cui il Pd voterà no) quanto l'emendamento proposto da Magi per legalizzare la Gpa in Italia. Le sensibilità all'interno del partito sono diverse e si dividono tra chi è favorevole all'utero in affitto come la Schlein che qualche mese fa ha dichiarato «ho sempre espresso di essere favorevole alla gestazione per altri» e chi, come Goffredo Bettini, afferma anche se «per vari motivi sia particolarmente coinvolto circa i temi Lgbt+, ho un dubbio sulla maternità surrogata. In quanto si programma a priori che il bambino non vivrà con la madre naturale».

Nonostante la deriva radicale sui temi etici del nuovo corso del Partito Democratico, sono numerosi gli esponenti anche di primo piano contrari alla maternità surrogata. Oltre alla lettera aperta inviata a Elly Schlein da più di cento femministe manifestando «il loro profondissimo dissenso contro la surrogazione di maternità (gpa), oggi da troppe parti raccontata come solidarietà quando invece consiste in un mercato dannoso e degradante», ha fatto discutere un appello firmato a fine marzo da 500 intellettuali, sindaci e amministratori locali, ex parlamentari, sindacalisti e femministe per dire «no» alla maternità surrogata. Promosso dalla rete No Gpa, tra i firmatari spiccano numerosi esponenti del Pd come Stefano Lepri, gli ex parlamentari Goffredo Bettini, Eugenio Comincini, Valeria Fedeli, i sindaci Gori di Bergamo, Micheli di Segrate, Cosciotti di Pioltello e le parlamentari Valeria Valente e Luana Zanella. Anche Paolo Ciani, vicecapogruppo del Pd alla Camera non usa giri di parole per esprimere la sua posizione sul tema definendo la Gestazione per altri una «mercificazione del corpo delle donne povere».

Il voto sulla maternità surrogata è in realtà un'occasione per affrontare un tema molto più ampio: dove vuole andare la sinistra italiana e fino a che punto è disposta a spingersi verso una deriva radicale che rischia di mettere in discussioni un'identità progressista sempre più smarrita.

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